Calcio D, Papa saluta il Ravenna: "Quanta sfortuna"

Impossibile dirlo a priori, ma quello di Salvatore Papa al Ravenna potrebbe avere tutti i crismi di un addio. Il capitano giallorosso lascia dopo quattro anni di Lega Pro, portandosi dietro nella sua nuova avventura all’Ancona (o Ancona Matelica, non è questo il problema) tanti ricordi belli ma anche meno piacevoli. Sta per raggiungerlo D’Eramo, il cui posto a Pesaro, per restare agli ex ravennati, sarà preso da De Grazia. Proprio questi ultimi sono più presenti, perché dopo due grandi campionati in Lega Pro ne sono arrivati altrettanti corredati dalla retrocessione: più discutibile e sicuramente evitabile, senza Covid, la prima, meno giustificabile la seconda, anche se il periodo dei 18 contagiati e la sciocchezza omerica di Mokulu un peso specifico clamoroso l’hanno avuto, sul risultato finale.

La realtà, però, ha detto che il Ravenna aveva la rosa meno valida del girone, e per togliere subito il dente è da qui che Papa inizia a riavvolgere il nastro della sua esperienza giallorossa: «Si sono accumulate davvero troppe cose che sono andate completamente nel verso sbagliato, in un anno abbiamo avuto tutte le sfortune che di solito arrivano nello spazio di tre o quattro anni. Siamo partiti con Mokulu che ha giocato squalificato e poi la storia della pomata, poi due crociati, un perone e il Covid che ci ha costretti a lungo in albergo. Detto questo, la squadra aveva dei limiti altrimenti non saremmo retrocessi. Il primo anno, da neopromossi, sulla carta eravamo tra la candidate alla salvezza ma invece la raggiungemmo senza grossi problemi ed anzi sfiorammo i play-off. L’anno successivo girò tutto per il verso giusto fino all’ultima gara, perché al secondo turno dei play-off uscimmo senza perdere, e questo forse è il rammarico maggiore degli anni a Ravenna. Poi è successo quello che è successo, con il Covid che ci ha giustiziato per due stagioni di fila. Un anno fa ci saremmo senza dubbio salvati se il campionato non fosse stato interrotto, basta vedere alcuni giocatori che erano qui dove sono poi finiti. Ad Ancona ho firmato per un anno più uno, l’intenzione è quella di fare ancora altri cinque o sei anni ma dipenderà anche dalla fortuna, e parlo di infortuni».

Tempo e spazio, insomma, per un eventuale ritorno? «Mai dire mai, l’augurio è che il Ravenna torni presto in Lega Pro e, per me, di trovarmi ad Ancona bene come lo sono stato in giallorosso».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui