Alla fine il suffisso è lo stesso, ma quando dici trequartista non necessariamente puoi dire anche fantasista. Un ruolo che negli anni si è un po’ perso, schiacciato dagli schemi ferrei sacchiani e da rigidi schieramenti nei quali tutti dovevano pedalare 90 minuti, senza lasciare spazio alla fantasia. In serie A, il canto del cigno, tra Settanta e Ottanta, provò a ritardarlo il genio di Evaristo Beccalossi, dieci anni dopo qualcosa di simile accadde a Ravenna, per merito di Enrico Buonocore.
Ritorno al futuro
Sono trascorse tante vite calcistiche, a queste latitudini, ma qualcosa di simile, che ha stuzzicato la memoria dei meno giovani, sembra in corso d’opera. Grazie a Umberto Nappello, arrivato con l’etichetta di trequartista/seconda punta ma che le prime uscite amichevoli hanno già mutato in fantasista.
«A Ravenna so che tanti trequartisti si sono trovati bene e del resto proprio quello è il mio ruolo preferito. Nelle ultime uscite ho giocato sia dietro due punte che una, entrambi i moduli mi piacciono e magari avere due attaccanti da mettere in moto è più bello perché mi offre più riferimenti»
A giudicare da quanto si è visto finora, l’ambientamento di Nappello sembra già a buon punto: «A Ravenna ho trovato un ambiente bello ed entusiasta, il gruppo che si è formato sta bene assieme e ci sono buoni presupposti in generale».
Difficile porre obiettivi al momento, Nappello comunque dice la sua: «Il calcio d’agosto non è spesso veritiero ma per come la vedo io il Ravenna non deve fissare obiettivi ma neppure limiti, dare sempre il massimo e cercare di fare sempre il meglio possibile».