Calcio D, il Rimini e l'esonero più doloroso di Muccioli
Lunedì 4 dicembre 2017. Il Rimini di Simone Muccioli, arrivato sulla panchina biancorossa in estate al posto di Alessandro Mastronicola, è reduce dal pareggio casalingo con il Montevarchi. In classifica, dopo 17 giornate, è a un solo punto dal Fiorenzuola capolista. Sono le 8.30 del mattino quando il telefono dell’allenatore squilla. Dall’altra parte c’è il direttore sportivo, Pietro Tamai: «Simone, alle 11 abbiamo un incontro in sede».
Esonero a freddo
Muccioli sale in auto convinto di andare a parlare di mercato. Nel mirino ci sono due o tre giocatori per rinforzare la rosa e sperare di tornare in C. E invece... «E invece mi ha esonerato. Cinque minuti per dirmi le solite frasi di circostanza e tanti saluti», ricorda il tecnico del Sasso Marconi che domenica riceverà al Filippetti proprio il Rimini. «Fu una doccia non gelata, ma gelatissima - riprende Muccioli - perché tutto mi aspettavo tranne essere sollevato dal mio incarico. Anzi, ero convinto di andare lì per parlare dei possibili rinforzi. Del resto eravamo in linea con quello che mi era stato chiesto dal presidente Grassi, ossia un campionato di consolidamento. E noi, come neopromossa, stavamo facendo anche qualcosa in più. Non c’erano problemi, tutto filava liscio. Quindi, ancora oggi, a tre anni di distanza, non mi so spiegare il vero motivo di quell’esonero che mi brucia perché mi sarebbe piaciuto finire la stagione: sono certo che la promozione non ci sarebbe sfuggita, come poi è accaduto».Al dispiacere, poi, si è sommato un episodio che lo ha amareggiato ancora di più. «Quando stavo raggiungendo la sede ho ricevuto la telefonata di un giornalista che mi ha anticipato quello che sarebbe successo da lì a pochi minuti. Sul momento non gli ho voluto credere perché pensavo fosse impossibile e, invece, nel calcio ho capito che nulla è scontato. Comunque ormai fa parte tutto del passato, con Tamai ci siamo sentiti anche poco tempo fa per scambiarci alcuni pareri sulle avversarie».