Calcio D, il ravennate Gori guida il Sasso Marconi: "Caccia all'impresa contro il Rimini"

«Il Rimini vincerà il campionato a mani basse». L'enfant prodige Mattia Gori l'aveva profetizzato già in estate. All'allenatore ravennate doc è bastato osservare qualche allenamento e un'amichevole a Castel del Rio per capire immediatamente la forza del gruppo biancorosso. Chiamato a Sasso Marconi otto giornate fa dopo l'esonero di Della Rocca in una situazione complicatissima, adesso spera nel miracolo sportivo per restare agganciato al treno play-out, attualmente lontano un punto.


Lei aveva già compiuto un'impresa portando l'Alfonsine in serie D. L'anno scorso una parentesi poco fortunata alla Correggese, adesso com'è approdato in terra bolognese?

«Conoscevo i dirigenti che mi avevano prospettato una situazione difficile. Purtroppo dopo un girone d'andata importante, la squadra ha raccolto pochissimo (un punto e un gol in sette partite ndr) e così a pagarla è stato Della Rocca che però non ha avuto colpe particolari. Semplicemente ci sono stati una serie di motivi, tra cui infortuni, covid e un calendario molto fitto di impegni. Devo dire, però, che il gruppo è d'oro, mi sarebbe piaciuto arrivare prima…».


Domenica eravate praticamente retrocessi, poi intorno al 90' avete ribaltato la partita segnando due gol ad Agliana…

«Abbiamo giocato il primo tempo alla pari, negli ultimi sette minuti c'è stata una reazione di nervi, quasi disperata. Dopo il pareggio è stato tutto più facile, anche perchè ci era giunta notizia che le dirette concorrenti stavano perdendo».


Domani Sasso Marconi sarà "invasa" dai tifosi biancorossi: come vi state preparando?

«Certe sfide si preparano da sole, ci sarà un esodo da Rimini incredibile, i ragazzi non sono abituati a questa attenzione mediatica. Non dobbiamo caricarla di pressione, sarà fondamentale per noi come per i nostri avversari».


Cosa ne pensa del Rimini?

«Ho visto la squadra già in ritiro a Castel del Rio assieme a un amico e gli dissi che avrebbe vinto il campionato a mani basse. Il Rimini poi l'ho studiato, riesce a creare sei-sette palle gol nitide a partita, ha un modo di giocare chiaro, aggressivo, intenso e sempre proiettato in avanti con rotazioni continue e situazioni per sfruttare gli esterni. E' ben allenata, Gaburro ha vinto diversi campionati e non è un caso».


Tra l'altro lei ci ha già giocato contro l'anno scorso (solo all'andata) quando era a Correggio….

«Meglio non ricordarlo, vincevamo 2-0, pali e traverse, poi arrivarono due gol in un quarto d'ora (doppietta di Ambrosini ndr) e terminò 2-2».


Se potesse "rubare" tre giocatori al Rimini per la partita di domani, chi prenderebbe?

«Tutti (sorriso ndr). Però, se penso all'estetica del calcio, dico Gabbianelli, Piscitella e Tonelli. Tra l'altro ho conosciuto Simone quando allenavo il settore giovanile del Forlì (sono coetanei ndr) ed è un piacere vederlo giocare. Comunque la differenza in questa squadra, anche rispetto alle dirette concorrenti, l'hanno fatta gli under: sono tutti fortissimi».


Come si potrà rovinare la festa al Rimini?

«Servirà la classica partita perfetta, sarebbe ideale conquistare l'intera posta in palio ma l'importante sarà fare punti. Ci sarà da soffrire, siamo a caccia dell'impresa: dovremo restare uniti tatticamente, fisicamente ed emotivamente».

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