Calcio C, il progetto di Lewis e Aiello: «Migliorare l’esperienza del tifoso allo stadio. Per farlo dobbiamo riportare il Cesena dove merita di stare: in A»

Il co-presidente del Cesena, Robert Lewis, ha concesso una lunga intervista in esclusiva al Corriere Romagna. Questa è la terza e ultima parte, sulla città di Cesena, il rapporto con l'amministrazione comunale (legato anche allo stadio e al centro sportivo di Villa Silvia) e sul progetto che Lewis e Aiello hanno in mente per il club bianconero.

Usciamo per un po’ dalle pareti del club e andiamo in giro per la città: che idea si è fatto di Cesena?

«Cesena è una città bellissima, a misura d’uomo. Il livello culturale è molto elevato, la posizione è bellissima, strategica, perché è così vicina al mare, e la qualità del cibo è ottima. Poi ho trovato gente molto disponibile».

Parlando della gente che fa parte del Cesena: in questi mesi cosa ha imparato da chi lavora per voi e cosa ha insegnato loro?

«Tutti i dipendenti e i dirigenti che lavorano qui in sede, compresi anche Enrico Marinò e Alessandro Uguccione (che si dividono tra marketing e ufficio stampa, ndr), resteranno con noi. Qui abbiamo trovato una squadra molto capace, attenta, efficace. Da loro abbiamo imparato che… abbiamo bisogno di loro. Per riuscire a capire tutti i meccanismi italiani, che sono molto diversi da quelli americani; per oltrepassare gli ostacoli della burocrazia; per prestare la massima attenzione agli articoli del codice civile, che negli Usa non esiste. Ho imparato soprattutto che in Italia non basta la parola, ma bisogna mettere nero su bianco tutto, anche gli appuntamenti. Cosa ho insegnato? Stiamo cercando di trasmettere una gestione più americana della società, vogliamo far capire che il tempo conta e se c’è una cosa da fare, quella cosa va fatta ora, perché domani ce ne sarà un’altra da fare».

Vincere il campionato di Serie C è importante o indispensabile?

«E’ importante. Io non posso gestire un’azienda sapendo che c’è un qualcosa di indispensabile perché questo crea un muro contro cui si può anche andare a sbattere. Sì, vincere il campionato è importante, per i tifosi e per noi. Farlo subito sarebbe per noi il biglietto da visita migliore. Noi, e con la Primavera questo ci è riuscito, cerchiamo di mettere a disposizione tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo. Poi nello sport si vince e si perde».

L’obiettivo è salire di categoria e il sogno?

«Arrivare il più in alto possibile. In Serie A».

Prima abbiamo parlato del centro sportivo di Martorano, passiamo allo stadio e a Villa Silvia, che sono di proprietà del Comune. Ci sono lavori da fare: come procedono i discorsi con l’amministrazione?

«Procedono. Qui allo stadio, il lavoro più urgente è legato agli spogliatoi perché lo dobbiamo ai nostri uomini. Quest’estate gli spogliatoi nuovi si faranno. Abbiamo poi altri progetti, diciamo 5 o 6, da fare insieme al Comune. Uno è Villa Silvia: il campo va rifatto perché non è più omologato per le partite, e i tempi per farlo prima dell’inizio del campionato Primavera ci sono. Se non si dovesse riuscire, un campo per la Primavera lo avremo comunque. Poi anche a Villa Silvia vanno resi più moderni e funzionali gli spogliatoi».

Essendo saliti in Primavera 1, la Figc vi dà la possibilità di partecipare anche al campionato Under 18 di A e B: cosa farete?

«E’ facoltativo, ma noi abbiamo intenzione di allestire anche la formazione Under 18. Però tutto è legato ai campi e qui torniamo ai discorsi di prima su Martorano e Villa Silvia».

Concluda questa frase: il progetto di Lewis e Aiello è…

«…migliorare l’esperienza del tifoso allo stadio. Per farlo dobbiamo offrire un prodotto migliore, quindi va riportato il club dove merita di stare: ai massimi livelli. Lo dobbiamo ai tifosi, che sono il cuore del club».

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