Calcio C, Zanetti e quel blitz a Cesena che non andò come sperato

Mercoledì 23 settembre 2020: è forse il giorno spartiacque nella storia (rimasta finora sommersa) che coinvolge Massimo Zanetti, i suoi dirigenti sportivi Luca Baraldi e Paolo Ronci e il Cesena. Una data importante, per arrivare alla quale serve un piccolo passo indietro.

Luglio 2020: il “re del caffè espresso” fa sapere in giro di voler tornare nel mondo del calcio. Sei anni dopo la conclusione definitiva della sua amara esperienza con il Bologna, iniziata nel dicembre 2010, deragliata dopo un solo mese e poi trascinatasi fino all’estate 2014, gli è tornata voglia di calcio e si dice pronto ad acquistare una società. Gli viene immediatamente “offerta” la Sampdoria, ma dopo avere preso informazioni decide di non approfondire l’argomento.

Tra una trattativa di basket e l’altra per costruire la Virtus Bologna di cui Zanetti è proprietario, Baraldi amministratore delegato e Ronci direttore generale, un giorno di inizio settembre il discorso ricade sul calcio e cade su Cesena. Idea che stuzzica e non poco Massimo Zanetti. Che si informa (mai attraverso fonti ufficiali) e decide di muoversi in questo modo. Essendo lui riconosciuto come uomo di Bologna, anche se è in realtà trevigiano di Villorba, ed essendo soprattutto una persona seria, ritiene che per poter essere accettato nel modo migliore dalla gente di Cesena si debba presentare ai cesenati con al fianco un imprenditore della zona. Mercoledì 23 settembre, Zanetti ha già un appuntamento di lavoro a Cesena e allora ne fissa un secondo con un imprenditore della zona. Il suo scopo è quello di provare a coinvolgere questo uomo d’affari nell’avventura-Cesena. Gli propone di diventare il suo socio di minoranza, con il 10-15 per cento, ma l’imprenditore, di cui non è filtrato nulla, non se la sente e declina. A quel punto, sempre accompagnato dal braccio destro Baraldi, Zanetti va all’appuntamento di lavoro. Alla Technogym. Deve chiudere un contratto importantissimo, visto che l’azienda di Nerio Alessandri diventerà “Exercise Technology Partner” della Virtus Bologna e sarà anche grazie a questo accordo se le Vu Nere poche settimane più tardi arriveranno a tesserare Marco Belinelli. Visto che c’è, Zanetti anche con Alessandri fa cadere il discorso sul Cesena. Ma il fondatore di Technogym, che appena due anni prima non aveva aderito alla proposta di Pubblisole per far rinascere il Cesena, risponde più o meno allo stesso modo: che l’idea di entrare nel calcio non lo sfiora più. Ci fu un tempo in cui Alessandri se lo sarebbe preso tutto il Cesena: era il 2011 e il discorso era ben avviato, ma la settimana successiva alla salvezza ottenuta in anticipo contro il Brescia, Campedelli comunicò ad Alessandri che avrebbe proseguito da solo e gli restituì il “prestito-caparra”. Da allora, addio calcio.

Non essere riuscito a coinvolgere nessun imprenditore di Cesena e dintorni fa frenare Zanetti, che a quel punto neppure si lancia in una trattativa. Prima vuole capire se si sente in grado di affrontare due possibili problemi ambientali legati alla rivalità delle tifoserie. Baraldi e Ronci capiscono il momento e lasciano decantare il tutto. Poi, storia di un mese fa, provano delicatamente a riprendere il discorso con Zanetti. Nel frattempo a Bologna la voce di un possibile disimpegno di Zanetti dalla Virtus (il padrone della Segafredo per la stagione 2020-2021 ha messo sul piatto 22 milioni lordi!) in caso di mancata qualificazione all’Eurolega prende corpo. Mercoledì 14 aprile le Vu Nere hanno però la bella della semifinale di EuroCup in casa contro Kazan: vincendo e ottenendo la finale, l’Eurolega sarà realtà. Vince Kazan e la sirena di fine partita non ha ancora smesso di suonare che Zanetti è in campo a dichiarare ai giornalisti: «Ci riproverò l’anno prossimo». Chissà se ci riproverà (prima o poi) anche con il Cesena.

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