Calcio C, Rossi: "Imolese, voglio lasciare un bel ricordo"

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Gian Maria Rossi, lo ha fatto di nuovo. Ha festeggiato le 100 presenze con l’Imolese con due parate clamorose, di quelle che vanno in copertina…

«Probabilmente la più difficile ed importante è stata la prima, mentre nella seconda ho pensato che dovevo andare lì per provare a chiudere lo specchio. Mi è andata bene perché quel tiro è arrivato a mezza altezza. Quando sei in campo non ti rendi conto della difficoltà della parata perché poi c’è subito un angolo degli avversari e devi restare concentrato un secondo dopo il volo: magari ci pensi alla fine».

E quando ci pensa la gioia è doppia, perché come a Viterbo quelle parate sono state decisive per i primi 3 punti dell’Imolese. Che partita è stata?

«Una gara bella tosta, visto il valore della Viterbese. È normale che in alcuni momenti si debba soffrire: i laziali nel primo tempo ci pressavano molto alti e non era semplice cercare di attaccarli partendo da dietro. Abbiamo cercato di non perdere palla perché sapevamo che poi comunque, una volta saltata la pressione, avremmo trovato la parità numerica nell’altra metà campo ed avremmo potuto colpire come è stato nel primo tempo con i tiri di Padovan e quello di Benedetti. Nel secondo tempo poi abbiamo segnato e l’inerzia della partita è stata nelle nostre mani».

Nel post partita, Fontana ha detto che le chiede cose nuove rispetto al passato. Quali?

«Certamente il fatto che, impostando l’azione dal basso, non devo mai calciare via il pallone. Diciamo che è qualcosa che l’anno scorso non facevo, visto che non giocavo (risata, ndr)».

La sua storia con l’Imolese comincia con un imolese (Ferri) che le dà un dispiacere in un uggioso pareggio novembrino con la Pianese in D. Cento presenze dopo, Rossi è cambiato?

«Sono maturato aggiungendo ancora esperienza, che non guasta mai. Credo di essere migliorato in tante cose, in particolare nella gestione generale della partita. Ho avuto diversi allenatori dei portieri e da ciascuno di loro ho appreso qualcosa per migliorarmi».

Nell’estate che sta finendo lei, assieme a Montanari, è stato indicato dagli Irriducibili come il “garante” di questa nuova era dell’Imolese. Bell’attestato di stima, non trova?

«Mi fa piacere. A Viterbo abbiamo ringraziato i tifosi a fine gara: mi piacerebbe lasciare un buon ricordo di me sia dal punto di vista del campo che dal punto di vista umano con l’impegno e la dedizione che ci metto».

Domenica si va a Cesena, là dove con Spagnoli ad allenare lo scorso anno avete riportato la barca che stava affondando in linea di galleggiamento…

«Fu una tappa importante perché ripartimmo dopo un momento in cui era diventato tutto molto difficile. Quest’anno è un’altra storia, un’altra squadra, un altro campionato».

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