Si apre l’ultima settimana di Alfredo Rota presidente del Rimini. Sì perchè il passaggio di consegne è ormai dietro l’angolo.
Il quasi autogol
Tutto cominciò il 23 luglio 2020 quando Rota si presentò nella cornice del Frontemare dopo aver prelevato la società da Giorgio Grassi. Una presentazione un po’ così dove in pratica Rota mise subito in vendita le quote della società.
«Farò di tutto per essere all’altezza della situazione ma vi assicuro anche che non correrò da solo. Adesso sono disposto anche a cedere quote della società perché la Rimini Calcio non è una mia azienda, è una società che è di tutta Rimini e provincia. Se ci sono degli imprenditori seri che vogliono partecipare ben vengano. Ma anche i tifosi possono partecipare comprando quote del capitale sociale. Io sono convinto di non rimanere da solo altrimenti non avrei mai cominciato questa avventura».
Furono queste le parole di Rota anche se poi a conti fatti ha trascorso i successivi tre anni camminando sempre da solo. Poi qualche sponsor è arrivato, certo, però nel complesso si è esposto sempre in prima persona sotto l’aspetto finanziario e il popolo biancorosso questo lo ha apprezzato.
Il punto più alto
Se l’esordio, dunque, non fu dei migliori, il proseguimento fu decisamente migliore. Dopo una stagione un po’ così al primo anno figlia di un passaggio di proprietà avvenuto troppo tardi, ci fu la promozione in serie C al secondo tentativo e quindi la qualificazione ai play-off nella stagione appena conclusa. Una crescita dettata dall’aver indovinato il direttore sportivo, Andrea Maniero, che ha sbagliato poco o nulla fino adesso.
In definitiva tre stagioni con più luci che ombre per un presidente, Alfredo Rota, che sarà ricordato sempre con affetto da tutto il popolo biancorosso.