Andrea Zaccagno, cosa ne pensa di questa situazione di “limbo” che potrebbe rivedervi in campo solo l’11 maggio per il primo turno dei play-off?
«Considerando l’andamento recente, staccare un attimo la spina potrebbe anche essere un aiuto, per riunirci e ricompattarci. Passerebbero circa tre settimane dall’ultima gara e in pratica inizierebbe un nuovo campionato che dovrà darci una spinta ulteriore».
E il fatto che potrebbe cambiare anche l’avversario?
«Se affronteremo Gubbio o Pontedera cambierà poco: l’importante è lavorare su noi stessi per arrivare pronti».
Spesso si è abusato del termine “questione mentale” per spiegare il vostro disastroso girone di ritorno: come si riavvolge il nastro?
«E’ vero che spesso è stato così ma nello sport, come in ogni lavoro, parte tutto dalla testa. Quando si è più sereni si dà il meglio, a livello fisico e tattico viene il resto».
Che panni potrà indossare il Rimini in questi spareggi promozione?
«Entriamo da outsider e vogliamo fare bene. A me personalmente piacerebbe vincerli, non mi accontento di fare presenza o bella figura. Certo, non siamo i favoriti, ma in una partita secca può succedere di tutto: dobbiamo compiere un passo alla volta».
Anche domenica, dopo il pareggio contro il già retrocesso Montevarchi, siete usciti contestati dai tifosi: cosa ne pensa del clima che si sta respirando a Rimini?
«Mi sento spaccato a metà. Capisco benissimo il malcontento della piazza, perché nel girone di ritorno le prestazioni sono state brutte. La vera differenza rispetto all’andata è stata che abbiamo pareggiato troppo, perché il numero di sconfitte è stato praticamente identico. Io non sono nessuno per dire quello che deve fare la gente, ma che dopo il pareggio contro il Fiorenzuola siano stati lanciati ortaggi ad una squadra neopromossa, già salva e al 90 per cento dentro ai play-off mi è sembrato eccessivo. Come si è visto anche contro il Montevarchi mentalmente e fisicamente eravamo in difficoltà, magari con un supporto maggiore qualche giocatore si sarebbe potuto risvegliare. Tutto ciò che noi giocatori volevamo erano i play-off».
Anche lei è stato “influenzato” dal clima visto che proprio domenica è arrivato il suo primo vero errore stagionale?
«L’ambiente non c’entrava nulla. Personalmente non ho visto Regini, pensavo Perez fosse più lontano e quando ho guardato Marcucci lanciare ho pensato di uscire. Speravo che l’attaccante stoppasse la palla e facesse un movimento laterale, io forse non ero abbastanza avanti nella posizione iniziale, a quel punto tanto valeva restare in porta perché mi sono ritrovato a metà strada. Indubbiamente mi ha dato molto fastidio subire gol, ultimamente ci siamo complicati la vita da soli».
Un errore perdonabile dopo una stagione in cui lei ha mostrato di avere superpoteri, conquistandosi un possibile futuro ritorno in serie B…
«Ancora non ho ricevuto proposte. Avevo dichiarato in estate che l’obiettivo era rilanciarmi dopo due anni e mezzo in cui avevo giocato poco a causa di problemi fisici. Sono contento e ci tengo a finire bene la stagione, adesso ci sono i play-off ed è presto per tirare le somme, comunque aspetto di capire anche gli sviluppi a Rimini».