Il giorno dopo la separazione ufficiale dal Rimini, Marco Gaburro prende la parola: «Ci eravamo già incontrati un mese fa con il direttore (Maniero, ndr) e ci siamo parlati, poi non ho voluto dire niente in questi giorni di trattative per non disturbare, se non in un’intervista in cui ho parlato di ciclo finito, ma in quel caso ho espresso un parere personale sulla vicenda, mi sono espresso per quanto riguardava il sottoscritto».
I due anni di Gaburro
È dunque il momento di fare l’ultimo bilancio di questi due anni: «Il mio bilancio è molto positivo dal punto di vista dei risultati, se due anni fa mi avessero detto che avrei vinto un campionato il primo anno ed il secondo sarei arrivato nei play-off avrei firmato subito, è chiaro che il modo in cui sono arrivati i play-off è stato paradossale per la distribuzione dei punti. La squadra non è crollata nel girone di ritorno come alcuni dicono, la verità è che ha fatto fin troppi punti all’andata, ben vengano per carità ma in qualche occasione abbiamo fatto più punti di quel che meritavamo e qualche punto in meno nel ritorno. Ed anche qui potrei dire che ne avremmo meritati qualcuno in più. Il bilancio è positivo, viziato da una dinamica che ha fatto perdere l’entusiasmo nel girone di ritorno. E si badi bene anche da dentro non è che ci siamo divertiti troppo, si cercava una spinta che non è arrivata».
Quando si parla di obiettivi è giusto anche fare dei distinguo: «Penso che l’obiettivo della squadra era fare più punti possibile, mentre il mio obiettivo era portare a termine la stagione, dare un senso a quello che avevo fatto prima e sono contento di esserci riuscito. E credo che per quanto mi riguarda posso dare un senso a questa stagione se rimango in serie C. Non credo dall’inizio della stagione, magari in corso d’opera».
Quindi al momento nulla di concreto per il futuro di Gaburro, corteggiato da diverse società di serie D, anche blasonate, ma deciso a continuare l’esperienza in serie C: «Un po’ di panchina mi fa bene – ci scherza su Gaburro – ora mi riposo, metto a posto alcune idee, sto scrivendo un libro tecnico per allenatori che uscirà a fine luglio, spero di poterlo presentare anche a Rimini, mi piacerebbe qualunque scusa è buona per tornare. Intanto inutile nasconderlo, non sono arrivate offerte concrete dalla serie C, del resto è un mondo nel quale siamo in tanti, molti hanno portato a termine la stagione e sono comunque fermi. So com’è, quando si è dentro si guarda fuori, quando si è fuori si guarda dentro. Già all’inizio avevo preso in considerazione l’eventualità di rimanere fermo, lo vedo non come tempo perso, ma di formazione».
Quando si chiede a Gaburro il top e il flop della stagione non ha dubbi: «Mi hanno fatto piacere tante cose, la più bella è stata la vittoria di Fermo, lì ho avuto la certezza nella mia testa che ci saremmo salvati, cosa per nulla scontata. La cosa che mi è dispiaciuta di più è stato il rapporto con lo stadio, non a livello personale, ma per la squadra. Vado via con l’idea che troppe poche volte lo stadio si è schierato con la squadra, la mia idea del tifo è diversa, io penso che il tifoso debba soffrire di più con la squadra durante la partita e poi magari al termine la contestazione, invece la squadra è stata contestata durante le partite e ciò è stato logorante».