Nel giro di due settimane la Virtus Entella avrà innanzitutto un compito: chiudere la fuga. Tra domenica prossima e domenica 12 dicembre i liguri di Volpe ospiteranno al Comunale prima il Cesena e poi la Reggiana, cioè due delle tre squadre che al momento hanno messo il turbo, disegnando un solco consistente che separa il podio dal resto del mondo. Tra il terzo posto del Cavalluccio e il quarto posto di Entella e Siena ci sono la bellezza di 9 punti, anche se entrambe le squadre dovranno ancora incrociare gli uomini di Viali da qui a Natale. Ma oggi, dopo 15 giornate, c’è già aria di fuga.
Gioco ed entusiasmo
La Reggiana è l’unica squadra imbattuta del girone B ed è meritatamente al comando. Ha metabolizzato velocemente non solo la retrocessione, ma anche il cambio d’allenatore, con l’arrivo di Aimo Diana che in estate è subito sembrato la cura ricostituente migliore per ricominciare. Un tecnico giovane ma in grande ascesa, che ha preso in mano il volante di una fuoriserie completa soprattutto a centrocampo, sulle fasce e in attacco. L’approccio è stato discreto (una vittoria e due pareggi nelle prime tre giornate), poi la musica è cambiata: cinque vittorie consecutive con 12 gol realizzati e appena 2 incassati (a Pescara). Dalla quarta giornata in poi, solo tre squadre sono riuscite a non perdere contro la capolista: Grosseto, Pontedera e Cesena. Della Reggiana colpiscono la solidità della difesa (11 clean sheet come il Cavalluccio), che riesce a mascherare anche il vero punto debole della squadra (il secondo portiere Voltolini, che da un mese sostituisce il portiere faentino Venturi), ma anche il dinamismo di mezzali e soprattutto esterni (Guglielmotti spesso imprendibile) e la qualità del gioco, che sta esaltando il tandem titolare Zamparo-Lanini (12 gol in due come Bortolussi e Caturano). Rispetto al Modena gioca meglio, rispetto al Cesena ha più soluzioni, soprattutto in prima linea, dove califfi come Scappini e Neglia partono spesso dalla panchina.
Il peso dei singoli
Un anno fa c’era il Padova, oggi c’è il Modena. Che magari è meno brillante delle due rivali nella manovra, ma che a livello di singoli non ha eguali nel girone B. L’ambizioso club emiliano ha investito tantissimo in estate con un solo obiettivo: il primo posto. Uno dei fuoriclasse dei canarini è seduto in panchina e risponde al nome di Attilio Tesser, tecnico bravo e soprattutto vincente avendo già trionfato in C con Novara, Cremonese e Pordenone. Il profondo restyling estivo ha condizionato la partenza del Modena, che ha vinto solo una delle prime cinque partite. Ma dall’1-2 del Manuzzi a oggi, i canarini hanno sfiorato il percorso netto: nove vittorie (e una sconfitta a Montevarchi) in dieci partite. Ed è proprio la striscia record ancora aperta di sette successi di fila ad aver issato il Modena al secondo posto. Un Modena che, proprio come la Regia, ha una rosa molto profonda e ricca di esperienza, al netto dei tanti infortuni che nell’ultimo mese hanno colpito l’attacco. Più sornione delle due rivali, ha però più “colpi” per vincere la partita singola e segna con tutti (nessun bomber, ma 11 marcatori diversi) e in tutti i modi.
Una forte identità
A quota 32 punti, ecco il Cesena, “bocciato” solo dalla classifica avulsa con le due emiliane: una sconfitta (immeritata) con il Modena, un buon pari a Reggio. Il Cavalluccio di Viali sta cavalcando egregiamente l’onda lunga dello scorso anno, essendo l’unica squadra delle tre a non aver cambiato allenatore in estate e ad aver confermato spina dorsale e spartito, seppur con qualche variazione sul tema. La fortissima identità, lo spirito (che non cambia mai, a differenza degli interpreti che ruotano), l’atteggiamento e una superba organizzazione difensiva sono i punti di forza della classica outsider, perché il Cesena non ha alcuna pressione e soprattutto non è partito per vincere il campionato. La rosa è meno profonda (soprattutto davanti), ma è altrettanto duttile e nessuno ha un portiere come Nardi e un centravanti come Bortolussi, tanto per fare due nomi. Rispetto alle due concorrenti, deve invece imparare a vincere anche le partite sporche se vuole restare così in alto.