Calcio C, Martone: "L'Imolese viene prima di tutto il resto"

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Aniello Martone, come nasce il rapporto con De Sarlo?

«L’ho conosciuto durante l’operazione per l’acquisizione dell’Avellino: lui era uno dei competitor. La responsabile hostess dell’Avellino ci presentò in un ristorante di Salerno ad inizio 2020».

È la sua prima esperienza al nord e con pieni poteri. Come vive questo nuovo mondo?

«Ho vissuto esperienze prima come giocatore e poi come dirigente sempre in Campania. Finora qui al Bacchilega sto vivendo un’esperienza bellissima. Oggi il ruolo del direttore sportivo non esiste più, bisogna essere manager alla Marotta. Quando De Sarlo ha acquisito l’Imolese sapeva che non sarebbe potuto venire a Imola per cui mi ha chiesto di gestire, per quella che è la mia competenza, questa società».

Società nuova ma niente rivoluzione: avete confermato gran parte delle figure societarie?

«È un messaggio per la città: volevamo dire che siamo qui per fare calcio. A Imola ci sono persone competenti in ogni settore e io le ho volute tenere con noi: io mi avvalgo di loro. Fare calcio in C è un bagno di sangue al di là della cifra che viene messa per cui bisogna fare calcio con competenza, passione e meritocrazia».

È giusto dire che lei ha fatto “spending review” per questa Imolese?

«È normale che quando arrivi in corsa in un club devi fare di necessità virtù almeno fino a gennaio. Se vai al Padova puoi spendere 10 milioni, se sei all’Imolese devi lavorare su scambi e svincolati. Ora siamo un po’ di rincorsa, abbiamo ereditato contratti in essere importanti che dobbiamo far uscire o, altrimenti, se i ragazzi resteranno a Imola significherà che dovremo fare di necessità virtù fino a gennaio quando potremo mettere la nostra impronta sulla squadra. I giocatori che avevo sotto occhio o che potevano venire, visti i tempi lunghi del passaggio di proprietà, sono andati altrove: andiamo avanti con quello che abbiamo, se potremo migliorare lo faremo».

Quindi l’Imolese è fatta o quasi?

«Mancano 3-4 giovani da prendere in prestito con valorizzazione. Per il resto la squadra all’80 per cento è questa: se uscirà qualche over, faremo altre operazioni. Io non sono qui di passaggio e ragiono guardando al futuro».

La vostra impronta si vedrà solo a gennaio?

«Non mi nascondo: oggi ciò che conta è salvare la squadra, contano i risultati e non il gioco. Bisogna salvare la categoria per programmare: abbiamo preso Panfili per lo scouting proprio per costruire qualcosa».

Non le sembra che sarà dura “resistere” fino a gennaio?

«Quando sono stato a Caserta siamo partiti con Cuppone che, fino allo scorso anno, aveva segnato al massimo 2/3 gol. Nello scorso campionato ne ha fatti 14 e ora è al Cittadella. Lo scorso anno promuovemmo 4 ragazzi del settore giovanile, portando a casa il 300% di minutaggio: nel calcio bisogna correre rischi, questo è quanto può fare l’Imolese. Fare calcio solo per guardare la classifica non ha senso: alla fine di ogni anno l’Imolese deve far entrare i soldi del minutaggio e vendere i giocatori per provare nel tempo ad auto sostenersi».

Stanco e Padovan sembravano destinati a partire…

«Stanco e Padovan non sono mai stati messi sul mercato. Però io devo anche pensare a far quadrare i conti a giugno...».

Anche perché se non quadrano poi De Sarlo le “tira le orecchie”.

«È giusto che sia così. L’imprenditore come prima cosa guarda il 30 giugno, il tifoso guarda altro. De Sarlo è a Imola per creare un’azienda che, se saremo bravi, andrà avanti. Ho conosciuto Fiorella e Spagnoli: sono persone serie che hanno fatto un buon lavoro con un centro sportivo fra i primi 10 in Italia, voglio proseguire sul percorso da loro tracciato. Quindi vediamo di portare a casa la salvezza: è il primo obiettivo per costruire qualcosa».

A proposito di Spagnoli, ha mantenuto qualche ruolo in società?

«No. Ho detto io a Spagnoli, visto che mi piace lavorare in sinergia, di venire qui quando vuole perché questa è casa sua. L’Imolese è di Imola e i tifosi possono venire al Bacchilega quando vogliono per vedere cosa stiamo facendo».

Possiamo dire che Torrasi, Lombardi e Angeli sono incedibili?

«Un altro direttore ed un’altra società avrebbero venduto i giocatori giovani per monetizzare. Io ho bloccato le cessioni perché se dobbiamo lavorare su giovani, minutaggio e costruzione di qualcosa di duraturo serve gente brava. L’Imolese viene prima di portafogli e interessi personali».

Come è arrivato alla scelta di Fontana allenatore?

«Lo conosco e ci ho lavorato assieme a Caserta. Allora subì un esonero inspiegabile dopo 6 vittorie e 5 pareggi e un 4-1 nel derby con la Paganese. Io mi lego all’uomo più che al calciatore o all’allenatore e con Fontana mi sono trovato benissimo. Fontana ha dato molto e ricevuto poco».

Perché ha ceduto Carini?

«Con lui ho parlato il primo giorno, offrendogli il rinnovo: a parte Turchetta, Carini sarebbe stato il più pagato. Ha sollevato un problema per 2-3mila euro di differenza e ha fatto una scelta economica anziché di vita».

Perché i tifosi della Casertana la vedono come il fumo negli occhi?

«I risultati sono l’unica cosa che conta e sono dalla mia parte. La curva all’inizio era con me anche perché mi schierai dalla parte di Fontana contro l’esonero. Poi, dopo la parentesi ad Avellino, sono stato richiamato alla Casertana, che era penultima in classifica, e da allora c’è stato astio nei miei confronti. Non ho mai fatto nulla contro la Casertana o per interessi personali miei: per questo non sono ricattabile».

Ultima domanda. Nel maggio 2019, Nicola Di Matteo (un nome che a Imola evoca ricordi negativi) la indicò come possibile direttore sportivo del Foggia. Come lo ha conosciuto?

«Di Matteo mi fu presentato da Agenore Maurizi come un imprenditore che vuole fare calcio. Io ho bisogno di lavorare come tutti e quindi andai a colloquio con Di Matteo quando si creò la situazione legata al Foggia: accettai di lavorare con lui, la prima volta mi diede appuntamento al Molino Rosso. Il Foggia lo prese Felleca e io andai per altre strade. E sono quasi 2 anni che non ci sentiamo».

Ingaggiato LivieroBelloni e Turchettasaranno i prossimi

Matteo Liviero, che è stato ufficializzato ieri, e Gianluca Turchetta, che dovrebbe essere annunciato oggi, potrebbero essere gli ultimi due ingaggi “over” dell’Imolese. Questo, come spiegato dal diesse Martone, a meno che non esca qualche giocatore sotto contratto, come ad esempio gli attaccanti Stanco e Padovan, che hanno ingaggi elevati. Oltre a Turchetta il direttore sportivo ha già in mano Nicolas Belloni, attaccante italo-argentino di 20 anni di proprietà del Pescara: «Io con Belloni sono a posto da 7/8 giorni ma lui deve risolvere alcune questioni con il Pescara». Per quanto riguarda gli under, in arrivo il portiere Samuele Vitale dal Sassuolo.

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