Calcio C, Maddaloni: "Il mio futuro? Vorrei restare a Cesena"

«Le mie vacanze? A Cesena con Magrini». Rosario Damiano Maddaloni è appena uscito dal poliambulatorio L’Eau di Massimo Magrini, addetto al recupero infortunati, dopo l’ennesima sessione di rieducazione tra piscina e palestra. Tra giugno e luglio scenderà nella sua Palermo solo per qualche giorno («giusto per festeggiare con la famiglia il mio compleanno»), e per il resto lavorerà tanto e si riposerà poco: «Domani sono due mesi dall’operazione al ginocchio – racconta – e ora sto cominciando a mettere su la forza per ritrovare il tono muscolare».

Maddaloni, come si sente?

«Molto bene. Ho sofferto tantissimo il primo mese per colpa di alcuni problemi con l’estensione del ginocchio, ma ora ho recuperato. Sono più avanti del previsto perché il ginocchio non si è mai gonfiato, ma non devo farmi prendere dall’entusiasmo. Ora comincia il percorso meno doloroso dal punto di vista fisico, ma anche più delicato e più importante».

Al momento dell’operazione del 29 marzo ad Arezzo, si è dato una data per il rientro o comunque ha fissato un obiettivo sul calendario?

«No, non spetta a me farlo. Abitualmente servono almeno 6 mesi dall’infortunio, ma possono essere anche 7. Per fortuna non sto avendo problemi a livello di forza e per questo voglio ringraziare Magrini. Nel suo ambulatorio è come essere dentro lo spogliatoio, mi aiuta, mi ha dato serenità».

Quando ripensa a Modena e all’infortunio, riesce a darsi una spiegazione di quello che è successo?

«Sì. Avevo la gamba appoggiata al terreno, praticamente piantata. L’attaccante del Modena mi ha dato una ginocchiata da dietro, che non è stata neppure dolorosa e infatti in quel momento non ho avuto male. Solo che ho subito sentito muoversi il ginocchio a ruota libera, innaturalmente. Quando mi sono messo in piedi, ho sentito qualcosa di strano. Ho pensato subito al legamento, poi ho voluto aspettare la risonanza che ha confermato. L’impatto non è stato doloroso: è stato più difficile metabolizzare l’esito degli esami perché è stata una mazzata in quel momento della stagione. Ma lo sconforto è durato poco. Per dare forza a me stesso e alla mia famiglia a Palermo, ho incassato e mi sono messo subito a lavorare. La cosa peggiore è stato uscire in quel momento della stagione, semmai. Ci tenevo tantissimo perché con questo gruppo è stata una bellissima cavalcata e soprattutto nel girone d’andata avevo trovato continuità».

A proposito, Cesena-Fermana del 7 novembre è stata la sua svolta?

«Sì, aspettavo quel momento da un mese e mezzo, ero carico e non vedevo l’ora. La mia più grande soddisfazione di quest’anno è stata questa: far cambiare idea all’allenatore e passare dalla panchina al campo stabilmente, come era accaduto due anni fa a Rende con Modesto».

Se ripensa alla stagione appena conclusa, qual è stato il momento più bello?

«La vera spinta ce l’ha data il 2-2 sul campo del Matelica. Quella fu la prima vera grande rimonta. Poi dico Cesena-SudTirol: in quella partita mi sono sentito veramente forte».

Nel 2021, prima dell’infortunio al ginocchio, ha preso pure il Covid e al suo rientro, contro la Fermana, ha abbandonato in anticipo per qualche giramento di testa. Cosa era successo quel giorno?

«Al mattino mi ero svegliato stranissimo. Di notte starnutivo e mi soffiavo il naso, ma pensavo fosse una forma allergica. Poi ho fatto il riscaldamento e a un certo punto della partita ho cominciato a non vedere bene, mi si appannava la vista e sono dovuto uscire. Quest’anno non mi sono fatto mancare nulla. Pensavo che il 2020 fosse brutto, ma il 2021 è decisamente peggio».

Ora che sta meglio proviamo a sorridere: ha fatto più male l’infortunio al ginocchio a Modena o il gol di Balestrero contro il Matelica?

«Sono stati due dolori diversi. Anzi, visto che a Modena non ho sentito male al ginocchio quando mi sono infortunato, dico il gol di Balestrero. E’ un gol che mi ha segnato e che difficilmente dimenticherò».

Tra un mese il suo contratto scade. Ha già sentito la società per rinnovare?

«No, in questo momento l’obiettivo principale è recuperare e stare bene. La società mi è stata sempre vicina e anche per questo motivo il contratto in questo momento non è un problema, una preoccupazione o un’ansia. Io spero di cuore di rimanere, mi sono affezionato alla città e a questa squadra. Non avevo mai fatto due anni nello stesso posto e mi piacerebbe farne almeno un altro».

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