Calcio C, l'Imolese cerca la cura al mal di gol

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Perugia davanti, Arezzo alle spalle. L'Imolese ha ripreso ieri ad allenarsi dopo la sconfitta di sabato sera che ha confermato le difficoltà offensive della squadra di Cevoli, giunta alla quinta gara senza segnature. Un'astinenza che non rappresenta però un record nella storia degli ultimi 40 anni rossoblù, visto che la disastrosa Imolese della stagione 1991/92 (costruita ed allenata da Magrini, sostituito poi da Panzanato che non resuscitò una squadra retrocessa prima della pausa natalizia) in serie D riuscì a non segnare per ben 9 gare consecutive. Detto che nella Promozione stagione 1984/85 l'Imolese non fece “scossare” la rete per 6 partite, non resta che pensare a quale può essere la ricetta per tornare a festeggiare, cominciando dal punto uno, ovvero la necessità di ritrovare il filo del discorso a livello offensivo partendo dalla “compatibilità” di Stanco e Polidori. Una “compatibilità” che passa non solo da movimenti che in diverse occasioni sono per entrambi quella della prima punta, ma anche dal fatto che difficilmente i due riescono a dialogare fuori e dentro l'area, dove l'unica occasione in cui ciò è avvenuto è stato a Fano dove Polidori ha assistito Stanco per il gol vittoria. Un eventuale “piano B”, però, al momento non passa da Ventola e Sall (entrambi ancora faticano ad essere fattori in C) ma piuttosto da Morachioli, unico che in questa Imolese ha lo spunto per saltare l'uomo e rappresentare l'eventuale anello di collegamento fra il centrocampo e l'attacco. Rondanini e Tonetto che devono tornare ad essere fattori... di fascia (ed allora ecco che i rifornimenti per i due là davanti possono arrivare) sono l'alternativa ad un eventuale cambio di modulo (con Morachioli si andrebbe al 4-3-1-2 della ripresa con l'Arezzo) oppure ad una rimescolata del mazzo a livello offensivo, con Morachioli a quel punto a sostegno di uno fra Polidori e Stanco. Tutte opzioni da valutare per un'Imolese da ritrovare perchè quella vista per larghi tratti con l'Arezzo non è la squadra le cui prestazioni, prima che si spegnesse il faro del Galli nel pre-Sudtirol, avevano stupito tutti.

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