Calcio C: Imolese, un passaggio di proprietà con voglia di fatti

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Un passaggio di proprietà diverso dal solito, non solo perchè ci sono stati momenti di commozione ma anche perchè la nuova Imolese avrà un organigramma societario mai così numeroso.

Lacrime, vere e sincere

Sono quelle con le quali Antonio De Sarlo ha chiuso il suo anno e mezzo da proprietario dell'Imolese che passa di mano a Deni: le lacrime di chi ora vede quello che lo scorso anno non c'era, ovvero un gruppo coeso di ragazzi che hanno fatto squadra e che, potesse tornare indietro, non abbandonerebbe. «Avevo cominciato con entusiasmo ed euforia lo scorso anno poi a metà percorso sono nati problemi societari che mi convinsero che avrei dovuto vendere. Grazie ad Elisa Tassinari e allo studio D'Andrea Ragone abbiamo sistemato i disordini che erano stati creati: dopo la salvezza ho incontrato Deni e Callari e con quattro parole e cinque minuti ci siamo chiariti subito. Avendo comunque dato la mia parola sul fatto che non c'era più volontà di continuare, non sono tornato indietro, anche se oggi lascio a malincuore visto il buon lavoro fatto da Righi, dal mister e da tutti gli addetti ai lavori. In questa Imolese trovo tutto quello che ci deve essere in una società di calcio, vedo valori di umiltà, spirito di aggregazione e soprattutto serietà che è quella che serve al di là della professionalità. Lascio l’Imolese in buone mani e spero che... (e questo lo dice in lacrime con la voce rotta dalla commozione, ndr) abbia un futuro migliore. Ci sono state altre motivazioni? No, sono più sereno ora e meno teso, tutto è maturato dal disordine creato da chi ha lucrato nella scorsa annata. Consiglio alla nuova proprietà di affrontare subito la situazione dei contratti in essere di Martone e Fontana: date priorità a quei contratti perseguendo le iniziative già messe in opera dall'Imolese, abbiamo già avuto iniziative nei riguardi di questi soggetti, due figure che non hanno senso e che lucrano prendendo lo stipendio senza farsi vedere. Ci vuole coraggio a continuare in tal senso».

Fatti non parole

«Per prima cosa vorrei ringraziare il presidente De Sarlo - esordisce poi Giuseppe Deni - sono felice di averlo conosciuto: lui si è dimostrato sempre e comunque una persona perbene, in poche battute abbiamo chiuso l’accordo. Io sono anche presidente dell'Akragas a cui sono legato essendo agrigentino, e veniamo a Imola, una piazza professionistica nella quale non c’è pressione e che ci permette di fare un programma di sintesi fra calcio e business. La ragione per cui siamo a Imola è questa, è chiaro che essendo persone che vogliono fare bene abbiamo subito messo in campo una serie di idee: per prima cosa vogliamo che l’Imolese mantenga la categoria e rafforzarla dal punto di vista economico e societario. Abbiamo avuto richieste da gruppi cinesi (al tavolo Yuan Cheng, che entrerà in società, ndr) ed americani che hanno manifestato volontà di avvicinarsi all'Imolese. Ci sarà un impegno importante da parte mia e del gruppo del quale faccio parte, siamo sempre stati uomini che al di là delle parole vogliono far parlare i fatti. Il presidente verrà comunicato a breve, per adesso ecco i vicepresidenti, nomi importanti nel mondo della finanza come il dottor Franco Coppa e il dottor Sandro Di Benedetto. Il club manager sarà Giuseppe Cammarata. La fideiussione? A posto, abbiamo trovato la sintesi, il passaggio è avvenuto regolarmente nelle forme che la legge prevede».

Nessuno stravolgimento

«Accolgo con emozione e favore le parole di Deni e De Sarlo - chiude il dg Luigi Conte - che accomuno nella passione e nella dimensione umana ed imprenditoriale. Questo per noi è un impegno a mantenere alto il livello del contributo che possiamo dare a questa piazza, che merita impegno e dedizione perchè è in un contesto geografico importante. Quello che cercheremo di fare è organizzare correttamente la macchina Imolese, il compimento dell'organigramma avverrà passo dopo passo: mi sto avvalendo della collaborazione di Di Già che sarà il mio vice in questa avventura. Non abbiamo nessuna volontà di stravolgere la dimensione sportiva. Abbiamo la responsabilità di considerare il valore di ciò che è stato fatto: ci incontreremo con Antonioli e Righi, che hanno ruoli definiti, la cosa fondamentale dev’essere capire se il progetto Imolese della proprietà Deni-Callari è e sarà condiviso da chi attualmente è nell'Imolese»

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