Calcio C, “facevo il barista e avevo smesso, ora vivo un sogno”: Panelli lo ha realizzato a Rimini

Il primo gol tra i professionisti di Federico Mencagli domenica a Fermo, a 31 anni, le splendide prestazioni di Tommaso Panelli a 28 anni, senza contare l’esplosione di Andrea Delcarro, uno che fino a 27 anni la serie C non l’aveva mai vista e ci si chiede il perchè. Se fosse un film lo chiameremmo: “Mai stati in C”. E allora bisogna capire dove sta il problema, se gli osservatori ne capiscono poco ed il diesse del Rimini, Andrea Maniero invece ne capisce molto, se a qualcuno in fondo piace più la D che la C, o se c’è il famoso carro che a volte passa e a volte no.

Panelli, 28 anni, ha esordito in serie C l’11 settembre del 2022 contro il Cesena, e pensare che sei anni prima aveva smesso con il calcio e aveva aperto un bar. Aveva attaccato le scarpette al chiodo e commentava i gol della serie A magari servendo un caffè. Ora c’è un barista in meno a Montecatini ed un difensore centrale in più a Rimini. «Ogni calciatore ha il suo percorso ed il suo processo di maturazione – racconta lui – non c’è un momento preciso in cui arriva la tua chance, non c’è una bacchetta magica, credo che tutto accada quando capita l’opportunità. Non dico che è solo fortuna, le cose bisogna meritarsele, a me il Rimini ha dato una grande opportunità ad inizio stagione e sto rispondendo come ho sempre sperato».

Ma finanziariamente conviene fare più la D che la C, molti la pensano così: «Ognuno fa le sue scelte – sottolinea il 28enne difensore empolese – ognuno agisce in base alla proprie esigenze e alle proprie ambizioni, io penso per me, era un mio sogno arrivare nei professionisti, tanto più che sei anni fa avevo smesso, avevo aperto un locale a Montecatini».

E qui la bella parabola di Panelli diventa ancora più interessante: «A 22 anni ero il titolare del bar, l’avevo preso in gestione perché avevo deciso di smettere, venivo da due retrocessioni, una dall’Eccellenza alla Promozione, l’altra dalla D all’Eccellenza, il bar era il piano B. Certo, non ero il giocatore che sono adesso, sia dal punto di vista fisico che mentale».

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