Calcio C, Cesena e il rebus di Stefanelli: «Come fare più gol continuando a creare così tanto?»

Alla fine dell’anno, per chi di mestiere fa il direttore sportivo, ci sono due countdown: quello classico, che si esaurisce questa notte e che accompagna idealmente la prima metà della stagione, e quello relativo alla finestra del mercato invernale, che nel 2023 scatterà lunedì e si concluderà martedì 31 gennaio. Sono questi i temi che ha toccato Stefano Stefanelli nell’ultima intervista del 2022, con un ampio sguardo a quello che è stato e naturalmente a quello che sarà.

Direttore, oggi si chiude il 2022. Qual è il suo bilancio?

«Il giudizio su questi sei mesi per me è positivo, io sono assolutamente soddisfatto. Mi riferisco al giudizio complessivo, che riguarda l’ambito personale, cioè la possibilità di lavorare in un posto meraviglioso, ma anche quello collettivo, cioè il rendimento della squadra. Poi è normale che io sia il primo a volere di più, però devo anche essere lucido e oggettivo nel fare alcune valutazioni. Ad esempio, quando si arriva in estate in una società nuova, si stravolge completamente tutto e si parte da zero, non è mai facile. Perciò, al netto del mese di settembre, il bicchiere è mezzo pieno, ma questo non significa che io sia sereno e soprattutto rilassato».

Cinque punti di ritardo dal primo posto non sono pochi. Qual è stata la causa di questo distacco dalla Reggiana?

«Non credo sia colpa di particolari carenze tecniche, ma eventualmente di un percorso di attenzione e di consapevolezza che va migliorato. Mi spiego: nelle prime 20 giornate non abbiamo mai vinto partite “rubacchiando” e sinceramente nemmeno le abbiamo pareggiate. Al di là di aver toppato due prestazioni, a Fermo e a Lucca, il dato oggettivo è che abbiamo vinto 11 partite meritando di vincere, mentre in almeno quattro delle cinque partite pareggiate abbiamo raccolto meno di quanto avremmo meritato, per non parlare di due sconfitte: con la Carrarese al debutto e con l’Ancona in casa. Se penso a tutte queste partite, i conti non tornano. Quindi nel 2023 servirà maggiore attenzione ai dettagli. Faccio un altro esempio: a Carrara vi siete tutti arrabbiati con Ferrante per le occasioni sprecate, ma a me ha fatto arrabbiare soprattutto il gol incassato al 90’ in quel modo. Se vogliamo arrivare primi, non possiamo permetterci di fare crossare un giocatore da un fallo laterale dentro l’area. O è Messi o non deve crossare».

Cosa avete avuto in meno della Reggiana e anche del Gubbio?

«Non siamo riusciti a portare a casa punti quando qualcosa non girava al massimo. La Reggiana non è una sorpresa, ma non lo è neppure il Gubbio per quanto mi riguarda. Era evidente che avrebbe lottato per i primi posti, anche perché altrimenti non avrebbe preso giocatori come Mbakogu, non avrebbe trattenuto Arena e affidato la squadra a Braglia. E poi occhio all’Entella, che nessuno nomina: non va dimenticata».

Da dove si riparte e cosa va migliorato nel 2023?

«Dobbiamo mettere benzina nelle gambe, perché l’8 gennaio comincia un nuovo campionato nel quale dovremo andare forte e più forte degli altri. Ma soprattutto dovremo capitalizzare di più, un aspetto allenabile ma solo in parte, perché si tratta soprattutto di un lavoro di testa, di convinzione, di pulizia mentale. Non è che dici: “Oggi facciamo i tiri in porta e domenica facciamo più gol”. Serve un altro tipo di sforzo».

Al netto del -5 e di una classifica per la quale nessuno avrebbe firmato in estate, avete riportato tanta gente al Manuzzi.

«I nostri tifosi hanno apprezzato il lavoro, l’impegno e il fatto che il Cesena sia una squadra che macina e che non specula mai. Questa è stata la nostra prima vittoria, ottenuta dentro a uno stadio frequentato da persone altamente competenti come lo sono i tifosi del Cesena».

Ripensando alle prime 20 giornate, qual è stata la partita più bella e giocata da… Cesena?

«La mezz’ora finale con il Fiorenzuola e la prima mezz’ora con il Gubbio. Ricordo ancora le parole di Tabbiani ma soprattutto di Braglia, che a fine gara disse: “Il Cesena mi piace perché è una squadra piena di figli di buona donna”. Ecco, vorrei vincere tante altre gare da figli di buona donna. È il complimento migliore».

Veniamo al “suo” gennaio. Cosa pensa del mercato di gennaio?

«È un mercato difficile, dove si devono incastrare tante cose rispetto all’estate. Ci deve essere ampia disponibilità non solo del calciatore, ma anche delle due società. D’estate il campionato deve iniziare e non conosci rendimento della squadra e del singolo. A gennaio è completamente diverso e di solito si muovono gli scontenti o chi non gioca. Quindi devi anche essere fortunato. Noi non dobbiamo stravolgere nulla, però il mercato di gennaio esiste e quindi bisogna sfruttarlo per migliorare. Comprare tanto per comprare non ha alcun senso».

Qualche giocatore ha già chiesto di essere ceduto?

«No, al momento nessuno. C’è sicuramente qualche giocatore che ha trovato molto meno spazio e magari si aspetta di trovarne di più altrove (sicuramente Kontek, da capire Minelli, ndr) e noi vedremo come comportarci».

Al momento il Cesena ha un solo posto in lista, ma l’idea è rinforzare tre settori: difesa, reparto esterni e trequarti.

«Sì, al momento abbiamo solo un posto in lista. Sui ruoli stiamo ragionando con allenatore e proprietà. La riflessione è soprattutto una: come segnare di più continuando a creare così tanto? Il dato oggettivo del 2022 è che abbiamo segnato pochissimo con esterni e trequartisti, per questo motivo vogliamo cercare gol anche da altre parti».

In attacco cambierà qualcosa?

«Credo che rimarremo così e non penso abbia senso mettere una sesta punta».

Per Stiven Shpendi sono arrivate richieste ufficiali dalla A?

«Non è arrivata nessuna richiesta ufficiale. Stiven è un ragazzo che sta facendo molto bene, ma per prima cosa ci auguriamo che migliori ancora e lo stesso vale per Cristian, che non è affatto da meno. Sono seguiti da diversi club di A, ma per ora sul tavolo non c’è nulla».

Toscano guarda alla Reggina: Loiaconoe Federico Ricci

Per rinforzare il Cesena a gennaio, Toscano guarda alla “sua” Reggina. Un anno fa di questi tempi, il tecnico bianconero fu richiamato sulla panchina dei granata calabresi, che un anno e mezzo prima aveva riportato in B, e due dei giocatori ai quali si affidò in quella brevissima parentesi di tre partite (poi ci fu uno “scontro” su questioni di mercato che portò alla separazione) li vorrebbe ora in Romagna. I giocatori monitorati, e in uscita da Reggio Calabria, sono il difensore centrale Giuseppe Loiacono, che già era finito nell’elenco della spesa bianconera in estate, e l’attaccante esterno Federico Ricci. Loiacono, barese di 31 anni, ha giocato sempre al sud: con Paganese, Foggia (6 stagioni) e Reggina (dall’estate del 2019 a oggi), vincendo due campionati di C con Foggia e Reggina. In questa stagione ha collezionato appena 3 presenze, entrando contro Spal, Palermo e Modena (il 1° ottobre, da allora non è stato più utilizzato). Operazione fattibile e profilo che si sposa a quanto il Cesena cerca. Federico Ricci, gemello del regista Matteo (ora in Turchia al Fatih Karagümrük), è una ala mancina da 4-3-3 abituata a giocare a destra per convergere al centro. Compirà 29 anni a maggio e non ha mai giocato in C: nel suo passato ci sono 6 gare in Europa League con il Sassuolo, Serie A con Roma (4 presenze), Sassuolo (24), Genoa (5), Crotone (14), una B vinta alla grande a Crotone con Juric (36 presenze e 11 gol) e altre 123 partite tra i cadetti con anche le maglie di Monza, Ascoli e Benevento. Tecnicamente con la C c’entra poco, tatticamente andrebbe però adattato o al ruolo di trequartista o a quello di esterno a tutto campo, che vista la sua generosità potrebbe anche riuscire a coprire. Operazione più complessa rispetto a quella Loiacono, perché Ricci vorrebbe restare in B. Intanto, però, il Cesena ha gettato l’amo. al.bur.

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