Ha vinto sul campo, ma rischia di non dovere fare la B perchè senza uno stadio a norma. Come riporta la Gazzetta dello Sport, il Lecco dopo le imprese in serie contro Pordenone, Cesena e Foggia può rischiare di non partecipare alla B perchè non ha trovato per tempo una alternativa allo stadio Rigamonti-Ceppi, non a norma per la cadetteria. Solo questa mattina si capirà se la documentazione è arrivata in tempo: non sono ammesse deroghe. Una alternativa era stata trovata con la lontana Padova (…) ma la Prefettura non ha dato l’ok. Dalla C escono di scena Pordenone e Siena, che alzano bandiera bianca.
Nel caso in cui l’esclusione del Lecco dovesse essere confermata, regolamento alla mano, il primo club a beneficiare del ritorno in B sarebbe il Brescia, seguito a ruota dal Perugia nel caso in cui la Reggina, anch’essa alle prese con diverse problematiche relative all’iscrizione, fosse estromessa dal prossimo campionato di Serie B.
Davvero regole incomprensibili…una volta che uno stadio rispetti i requisiti di sicurezza, anche se fosse solo da 4-5mila spettatori perché non dovrebbe ospitare partite di B, o anche di A? Considererei anche il fatto che può darsi un club faccia una fugace apparizione in B per poi tornare nell’anonimato dopo ingenti investimenti per l’adeguamento di uno stadio che, a quel punto, risulterebbe sovradimensionato…si veda il Castel di Sangro, due stagioni in B a fine anni ‘90 e poi sparito dai radar.
Forse sarebbe il caso di dimezzare le società professionistiche in Italia portandole dalle attuali 100 a 50 (16 rispettivamente in A e B, 18 in una nuova C a girone unico nazionale – in pratica la C attuale diventerebbe la nuova D); mi pare che siano troppe le società di C (a volte anche B) non in grado di sostenere i costi e gli investimenti richiesti dal professionismo