Calcio C, il centenario Ciofi: "Vorrei la B con il Cesena"

Sognava di tagliare il traguardo con un sorriso decisamente più convinto, ma non è stato possibile per colpa del Modena e di un ribaltone indigesto. Nonostante il risultato, Andrea Ciofi è andato in tripla cifra con la presenza numero 100 in un derby amaro che però avrà sempre un retrogusto diverso per il difensore del Cesena, che in poco più di tre anni ha raggiunto uno scalino speciale con la maglia del Cavalluccio: «Speravo di non dormire per la festa delle 100 partite e per tutti i ricordi che ci sono dietro - racconta Ciofi - e invece ho passato una notte insonne per colpa della partita, che non avremmo meritato di perdere. Purtroppo il Modena è forte e ha punito qualche nostro errore, ma non usciamo ridimensionati».

Andrea Ciofi cosa significa per lei il traguardo delle 100 partite in maglia Cesena a 22 anni e 3 mesi?

«Significa entrare in punta di piedi dentro una famiglia e dentro una città che è diventata casa mia. Qualche giorno fa guardavo le foto della mia presentazione ufficiale nell’estate di tre anni fa: ero un bambino, non avevo neppure la barba. Oggi, 100 partite dopo, sono diventato un uomo grazie al Cesena. Poi c’è il dato statistico: ho raggiunto un traguardo importante, che mi rende orgoglioso, perché nel calcio di oggi 100 partite valgono ancora di più, in particolare per un ragazzo di 22 anni».

Apriamo l’album dei ricordi e partiamo dalla sua prima presenza. Cosa ricorda?

«Avezzano-Cesena 1-2, il debutto. Non avevamo né le maglie né il cavalluccio sul petto, ma fu un’emozione immensa. Ero arrivato da una settimana e Angelini mi mandò subito in campo. La partita fu durissima, successe di tutto, ma alla fine riuscimmo a vincere e a festeggiare con i nostri tifosi. Ho subito capito che non mi sarei annoiato».

La gara più emozionante è stata però un’altra.

«Qui non ci sono dubbi: Cesena-Francavilla, la prima volta al Manuzzi. Quel giorno ho capito cosa significhi giocare a calcio a Cesena e indossare la maglia bianconera. Le emozioni che ho provato all’inizio sono ancora oggi indescrivibili e mi tornano i brividi a ripensarci».

Dovesse scegliere la sua partita migliore tra queste 100, quale indicherebbe?

«Partiamo da un paio di partite con Modesto. Direi lo 0-0 contro la Reggiana al Manuzzi, ma soprattutto l’1-0 contro l’Imolese con gol di Butic, la mia prima volta da titolare in Serie C. Ma sul podio ne metto un’altra: Cesena-Ravenna sarebbe banale, perché segnai un gran gol, quindi scelgo Cesena-SudTirol sempre dello scorso campionato. Quel giorno io e Maddaloni ci siamo sentiti invincibili: a un certo punto ci siamo guardati e ci sembrava di giocare nel cortile sotto casa».

La partita peggiore?

«Rimini-Cesena con Modesto. Avanti di un gol (rigore di Butic, ndr) e in superiorità numerica, regalai il pareggio al Rimini con un errore piuttosto grave. E purtroppo quell’episodio è stato determinante, perché ha indirizzato il derby».

Tra le 100 gare che ha disputato con la maglia del Cesena, ce n’è una che vorrebbe rigiocare?

«Non ho dubbi: Cesena-Matelica dei play-off, anche perché in quel caldo finale non ero neppure in campo».

Dopo aver raggiunto questo prestigioso traguardo, riesce a fissare il prossimo obiettivo?

«Mi piacerebbe raddoppiare. Io mi sento a casa, non me ne vorrei mai andare da Cesena, anche se naturalmente mi piacerebbe giocare anche in B con questa maglia».

Lei la B l’aveva comunque annusata nell’inverno 2018, quando venne acquistato proprio dal Cesena per la Primavera.

«Sì e proprio in quei mesi giocai la mia prima partita al Manuzzi, ma non da calciatore».

In che senso?

«A fine febbraio si doveva disputare Cesena-Pro Vercelli, ma il giorno della partita scese parecchia neve e per rimuoverla la società chiamò prima alcuni volontari e poi alcuni ragazzi della Primavera per cercare di scongiurare il rinvio. Ecco, quel giorno scelsero anche me: mi diedero la pala e andai a spalare la neve assieme a Trasciani e a Saro. E’ stata la mia prima volta in curva Mare…».

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