Un addio doloroso. Perché ci sta che gli amori finiscano, ma quando si chiudono con una tempesta fa ancora più male. Gian Marco Gabbianelli ha lasciato Rimini per accasarsi all’Aglianese (ieri ha firmato un contratto annuale) e la partenza dell’ex 10 biancorosso ha lasciato il segno.
Prima di tutto perché Raimondi dovrà rimpiazzare un fantasista dal talento indiscutibile che ha portato in dote 18 gol e 19 assist in 72 presenze. Poi perché una frangia della tifoseria non ha dimenticato alcuni gesti nei loro confronti. «La nuova proprietà non voleva o non poteva mantenere il contratto in essere (in realtà parte del nuovo entourage non lo vedeva nel progetto tecnico ndr). Io avrei preferito restare, penso di aver fatto il massimo, abbiamo vinto un campionato e riconquistato i play-off dopo 14 anni. Raimondi l’ho visto molto preparato e se fosse per lui sarei rimasto. Al momento la squadra non mi sembra all’altezza della categoria, a meno che non venga aggiustata con altre mosse di mercato, altrimenti prevedo una stagione difficile».
Gabbianelli è stato oggetto di diversi insulti sulle pagine social: c’è chi ha contestato alcuni atteggiamenti post partite, e chi ha messo in dubbio (inspiegabilmente) le sue qualità tecniche. «L’unica volta che non sono andato sotto la curva è stato nel post San Donato perché sentivo gli insulti già nel primo tempo. L’altro episodio è stato al termine della gara contro il Fiorenzuola, dove avevamo già deciso prima di non presentarci sotto la Est (poi sono volati ortaggi all’uscita dai cancelli ndr). Ho 29 anni, ovviamente mi dispiace ma non smetto certo di giocare per alcuni insulti. Io a Rimini ci sarei rimasto a vita, quando giocavo nel settore giovanile andavo in curva per tifare la prima squadra. Le osservazioni sul piano tecnico? Non si può piacere a tutti, io amo giocare a calcio e divertirmi, le critiche fanno parte del mestiere. Non ho mai vissuto per il gol, probabilmente piaceva più uno come Delcarro che stava in attacco e segnava ma poi in qualche modo andava coperto. Penso di essere stato importante e anche la stagione in serie C è stata buona, magari più discontinua per gli infortuni e poi perché Gaburro aveva perso un po’ di fiducia nel finale ma sappiamo che il girone di ritorno è stato negativo per tutti e che qualcosa si era rotto. Io comunque non ho rimpianti e sarò sempre grato al Rimini, quando potrò tornerò anche allo stadio da tifoso».
Sorrento, Trapani, Cavese, Desenzano, Ostiamare, affondo in extremis dello United Riccione ma “Gabbia” ha scelto l’Aglianese. «Avrei potuto restare in C ma non mi andava di trasferirmi a oltre 500 chilometri da casa, ho preferito un progetto per vincere la D. Sarei rimasto volentieri anche in Romagna, nello United conoscevo già Ferrara e Callegaro e mi sarei ridotto l’ingaggio ma avevo già speso parola con i toscani».
Infine, una carrellata di ricordi. «I più belli i due derby contro il Cesena anche se non abbiamo mai vinto: giocare di fronte a quelle cornici di pubblico è stato fantastico. A livello personale scolpita nella mente la doppietta segnata alla Vis Pesaro, contro di loro avevo un conto in sospeso dopo aver perso il campionato con la maglia del Matelica».
Calcio C, Gabbianelli: “Il Rimini per ora non mi sembra all’altezza della categoria”
