Calcio C, Eguelfi e Cesena-Imolese: “Bello tornare al Manuzzi”

Fabio Eguelfi, l’Imolese domani gioca a Cesena con un solo punto di ritardo rispetto ai bianconeri. La certificazione del vostro inizio di stagione positivo?

«Sì, noi stiamo facendo quanto ci chiede il nostro tecnico e abbiamo fatto punti importanti già adesso. Qualcuno poteva pensare che non potessimo farcela. Ora ci attende il Cesena che è una squadra forte: sarà una partita bella da giocare, andiamo in uno stadio in cui ho giocato e del quale conservo un ottimo ricordo».

Per lei cosa significa tornare a giocare a Cesena?

«Io a Cesena ho lasciato tantissime persone e ricordi belli. Fu un anno particolare (stagione 2017-2018, 4 presenze, ndr) perché rimasi fuori molti mesi per un infortunio: ho un ricordo davvero bello della gente e della città per cui sarà davvero un piacere per me tornarci a giocare».

Quella di domani sarà la prima gara dell’Imolese contro una delle “super big” del campionato nella quale ci sarà anche tanto pubblico. Uno svantaggio per voi che siete una squadra così giovane?

«Il tanto pubblico credo possa essere un punto a favore del Cesena ma anche un vantaggio per noi: siamo una squadra nella quale ci sono tanti giovani al primo o al secondo anno di C, che hanno voglia di dimostrare tanto. Queste sono le partite che vogliono giocare tutti quindi ben venga una partita così in uno stadio come quello di Cesena».

Può togliere al Cesena un giocatore. Chi sceglie?

«Toglierei Bianchi: ci ho giocato assieme a Cremona, lo conosco e so che è un giocatore forte e di categoria superiore».

Domanda difficile: il calcio di Antonioli in due aggettivi.

«Mica facile… Il primo che mi viene è che è un calcio propositivo e credo che sia quello più adatto. Il secondo è meritocratico: nell’Imolese c’è molta meritocrazia, chi va più forte negli allenamenti durante la settimana poi alla fine la domenica gioca».

A Imola si trova in un ruolo nuovo non solo calcisticamente, visto che gioca nella difesa a tre ma anche a livello di contributo nello spogliatoio visto che i suoi 27 anni la fanno uno dei “vecchi”. Come vive questa nuova esperienza?

«Per me quello del giocatore esperto è un ruolo nuovo, è il primo anno nel quale sono chiamato a dare una mano ai più giovani, anche perché fino a pochi anni fa ero io dall’altra parte. E’ una cosa che serve a me per crescere e per responsabilizzarmi: spero di fare anche questo al meglio, è un carico di responsabilità che mi fa piacere perché riesco ad aiutare i compagni. Per quanto riguarda il ruolo in campo, prima di Imola ero stato solo un laterale come terzino della difesa a quattro o anche esterno in un centrocampo a cinque. Mi è stato chiesto all’Imolese di fare anche il “braccetto” di sinistra con i tre difensori dietro, sto cercando di interpretarlo al meglio e sono contento perché sto imparando a fare una cosa in più. Credo che il mio potenziale possa esprimersi al meglio da terzino».

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