Calcio C, Deni: "Il -2? Se ci sarà, l'Imolese farà ricorso e lo vincerà"

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Il pareggio ottenuto domenica contro il Gubbio se da un lato ha interrotto una striscia di 5 sconfitte interne consecutive, dall’altro lascia spazio ad un’altra settimana amarognola in casa Imolese. Perché, se finisse oggi il campionato, la squadra rossoblù sarebbe direttamente in Serie D anche se penultima a causa dei 9 punti di ritardo sulla quintultima. Al “broncio” guardando la classifica si aggiunge quello dell’eventuale penalizzazione: tocca al proprietario Giuseppe Deni fare il punto dentro e fuori dal campo.

Giuseppe Deni, da dove partiamo?

«Io vorrei parlare di calcio, noi abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare. La squadra sta cominciando a giocare, dobbiamo pregare che la dea Bendata ci aiuti di più perché fra Entella, Carrarese e Gubbio meritavamo di prendere 9 punti e ne abbiamo preso solo 1. Contro l’Entella abbiamo pagato 5 minuti di black-out quando meritavamo la vittoria, con la Carrarese stesso discorso, con il Gubbio siamo stati superiori e c’è stata una incertezza che può capitare di un portiere che per noi è un giocatore importante. La squadra è con noi, è forte e sta crescendo, fermo restando che salvare l’Imolese direttamente sarà difficile e sono leale nell’affermarlo. Cercheremo il piazzamento migliore e ci salveremo ai play-out perché questa è una squadra da play-off: non mi preoccupano gli eventuali punti di penalizzazione».

Già, gli eventuali punti di penalizzazione. Può far chiarezza sulla situazione?

«Noi come “Deni-Callari ed associati” avevamo il conto corrente nella Bcr, banca con sede in Romania che è stata venduta ad un gruppo austriaco: stiamo ritardando il rating per questo motivo. La società ha dimostrato di essere affidabile sotto tutti i punti di vista, abbiamo pagato i debiti di altri, abbiamo onorato tutte le scadenze, gli organismi sono fatti di persone per bene e verificheranno queste cose. Abbiamo concordato con l’organismo Coaps che entro una certa data faremo avere il rating richiesto. C’è una tacita proroga, non credo ci saranno problemi ma se ci daranno la penalizzazione faremo ricorso e lo vinceremo. Io vorrei però parlare di calcio, noi abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare. La gente può cominciare a dire cavolate all’esterno, noi finora abbiamo rispettato tutte le scadenze che c’erano. I problemi si affrontano quando ci sono: se lei esce di casa e si fora una gomma, lei scende e la aggiusta. La vita è così, quando ci si presenterà qualche problema lo affronteremo. Io non vedo questa criminalizzazione sulla possibile penalizzazione: se qualcosa non andrà lo aggiusteremo».

Nelle ultime settimane lei, Coppa e Cutrufo non siete mai venuti a Imola. Come mai?

«Ognuno di noi ha la sua professione. Coppa e Cutrufo non sono stipendiati dall’Imolese, sono professionisti che hanno la loro attività, Coppa si trova all’estero per motivi di lavoro, Cutrufo è un grosso imprenditore, non è che bisogna essere fisicamente sul posto per seguire l’Imolese, l’importante è controllare che le cose funzionino e dare le disposizioni a chi le deve dare. Non vedo dove sia il problema, al di là della presenza fisica che non c’è ed è relativa, le cose stanno funzionando: la squadra è con noi, i giocatori sono pagati, le trasferte, gli autobus, gli alberghi sono tutti pagati. Noi abbiamo una squadra importante e faremo molti punti da qui alla fine: bisogna ragionare in positivo, non si può dare l’estrema unzione a chi è ancora vivo».

Insomma, adesso bisogna pensare solo alla Fermana…

«Se uno vuole bene alla squadra deve pensare al campo, alle beghe societarie pensiamo noi. Perché non si pensa a chi c’era prima di noi? Noi abbiamo pagato tutto, su siamo un po’ seri. Giochiamoci i punti sul campo, poi tireremo le conclusioni».

Una curiosità: non è che in Romania ha fatto un pensierino all’acquisto del Petrolul Ploiesti, nobile decaduta del calcio romeno?

«È una barzelletta. Io sono amico del presidente del Petrolul che mi ha chiesto se si poteva fare una collaborazione con il settore giovanile Imolese: ci siamo incontrati, non c’è nessun mio interesse di acquistarla ma ho solo dato l’apertura ad una collaborazione fra le società».

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