Calcio C, Deni a Imola vuole restare tra i professionisti, ma non ne conosce le regole

Un attacco senza senso. In un video sulla pagina Facebook dell’Akragas, la sua altra società calcistica, Giuseppe Deni, il proprietario dell’Imolese, ha lanciato pesanti accuse al nostro giornalista Andrea Mirri, definendolo tra le altre cose “pubblico ministero” e “sciacallo”. Peccato che tutto ciò accada nel giorno in cui la società è stata penalizzata di altri 4 punti, che, con il -2 arrivato il 6 aprile, la fanno sprofondare in D. Le parole di Deni sembrano uscite da un teatrino dell’assurdo e sono un tentativo mal riuscito di spostare l’attenzione dal vero problema dell’Imolese: le penalizzazioni e la retrocessione, figlie dell’approssimazione della società e della non conoscenza della Noif, le norme che regolano i campionati calcistici. Ciò che Andrea Mirri e il Corriere Romagna hanno fatto, è stato l’aver riportato con tempismo e competenza ogni passo della Procura Federale e se ogni penalizzazione si è verificata, beh, non è certo accaduto per colpa nostra. Ora l’Imolese farà ricorso e chiederà il blocco dei play-out: legittimo. Incomprensibile, invece, che uno che vuole restare nel calcio professionistico non ne conosca le regole.

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui