Calcio C, Cesena, gomme sgonfie: in trasferta non sa più rimontare

Il gol misteriosamente annullato martedì sera a Carlo Ilari dall’arbitro Fiero avrebbe permesso al Cesena di andare in vantaggio per la diciannovesima volta (su 32 partite) in questa stagione, l’ottava volta in trasferta dopo i viaggi a Viterbo, Olbia, Grosseto, Pesaro, Teramo, Ancona e Pistoia. Erano passati 10 minuti e una manciata di secondi dalla palla al centro e il Cavalluccio non aveva certo approcciato nel modo giusto, come sottolineato in conferenza stampa da William Viali nella pancia dell’Adriatico, ma quel gol tanto casuale quanto regolare avrebbe potuto cambiare o comunque indirizzare diversamente un Lato A diventato poi terreno di conquista del Pescara, che ha dominato il gioco e la partita per un’ora. Segnare per primo non è solo una specialità del Cesena, ma anche il modo migliore per mettere la strada in discesa durante i 90 minuti, considerando che la Romagna bianconera ha due ottime qualità: un portiere che abitualmente para e una difesa che abitualmente difende. E’ evidente che, una volta sbloccato il risultato, non sarebbe bastato il secondo tempo conservativo di Pistoia, ma nel dubbio il gol è stato cancellato e una controprova non ci sarà mai.


Zero rimonte

Dopo essersi illuso di poter sbloccare il risultato, il Cesena è invece andato sotto al 29’, trafitto da Drudi ma soprattutto da una lettura sbagliata dopo un innocuo cross tagliato di Frascatore. E qui arrivano le dolenti note. Perché se è vero che il Cavalluccio vince praticamente sempre quando segna per primo, al contrario la musica cambia e le abitudini si ribaltano quando il gol del vantaggio lo segnano gli avversari. Questo succede solo in trasferta, perché nelle 16 gare disputate al Manuzzi, il Cesena è andato sotto per primo solo una volta contro il Grosseto, riuscendo poi a recuperare due gol di svantaggio e a pareggiare al 90’ con Caturano. Lontano dall’Orogel Stadium, gli uomini di Viali erano già andati sotto per primi sette volte. Nel girone d’andata era accaduto a Lucca, Chiavari e Carrara e solo una volta il segno 1 era rimasto al triplice fischio: 3-1 contro la Virtus Entella. Al Porta Elisa di Lucca il Cesena aveva ribaltato i rossoneri (da 1-0 a 1-2) e a Carrara aveva strappato un punto (da 0-1 a 1-1) decisamente stretto. Ma nel ritorno il piatto piange. La storia dice che, quando va sotto in trasferta, il Cavalluccio perde sempre: 4-1 a Gubbio prima di Natale, 1-0 a Modena, 2-0 a Pontedera e 1-0 a Pescara. Quattro sconfitte, peraltro le uniche maturate nel ritorno.


Piano B

Anche a Pescara il Cesena ha pagato una condizione atletica precaria nel primo tempo e un piano-partita che non ha funzionato nella prima ora, con un possesso palla ai limiti e una sterilità offensiva mai così evidente. La catena di destra con Ardizzone e Caturano ha faticato tantissimo e non ha prodotto nulla, mentre a sinistra l’unico a provarci è stato Pierini (al netto del gol di Ilari), che troppo spesso è stato raddoppiato o triplicato da difensori e centrocampisti abruzzesi. Qui è mancato il piano B, complice la scarsa vena di Bortolussi e una regia che è migliorata solo con l’ingresso di Brambilla. Steffè ha dimostrato di essere più utile e a suo agio da mezzala, la crescita del figlio d’arte oggi è una delle note migliori in mediana, mentre Ardizzone e Ilari faticano a lasciare il segno, come del resto Caturano, spesso decisivo al Manuzzi, ma praticamente mai in trasferta nel ritorno. La reazione nervosa finale, gli ingressi dello stesso Brambilla, Berti e Pittarello e una rosa che sta cominciando a (ri)allungarsi sono i punti da cui ripartire verso un volata finale piena di insidie ma non certo compromessa. In fondo, il Cesena è ancora terzo.

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