Calcio C, Cesena e le ferite di una settimana nera

Una settimana. Tanto è passato dalla meritata vittoria di Rimini all’umiliante disfatta di Fermo. Una settimana fa, dopo le prime due giornate di campionato, il Cesena usciva dal Neri applaudito e a testa alta. Sette giorni e due partite dopo, il Cesena è uscito dal Recchioni fischiato e a capo chino dopo aver (già) toccato il punto più basso (fare peggio è difficile) della sua stagione. Sembra fantascienza, ma nel giro di una settimana è cambiato tutto, con una lunga serie di problemi affiorata a Fermo dopo i numerosi e fragorosi campanelli d’allarme del turno infrasettimanale contro la Torres, seminascosti dal pareggio conquistato nel finale. Ora la palla passa a Toscano, che dovrà risolvere tutti i problemi che si è creato per provare a rimettere in carreggiata fin dalla gara di sabato con il Pontedera (si gioca alle 14.30) una macchina che ha sbandato paurosamente.

Il problema numero 1

Tutto ha avuto inizio con la gestione dei portieri. E dopo 4 giornate la situazione è allarmante: Minelli infortunato e fuori per almeno un altro mese, Lewis “panchinato” dopo i primi 270 minuti sorprendentemente da titolare e l’ultimo arrivato Tozzo in evidente difficoltà al debutto, con un gol e mezzo sulla coscienza. Se una settimana fa questo era “il” problema da risolvere, dopo Torres e Fermana è solo “uno” dei problemi.

Con e senza Prestia

Doverosa premessa: nel gol regalato alla Torres ci ha messo lo zampino anche Prestia, che non è infallibile e che da solo non può caricarsi sulle spalle l’intera difesa, ma quanto sia importante il roccioso centrale palermitano si è visto... a Fermo, con la sua pesantissima assenza. L’interpretazione chiesta da Toscano (recupero palla altissimo a cominciare dal difensore centrale, che deve togliere campo e respiro al centravanti puntando sull’anticipo) non è nelle corde di un difensore meno fisico come Kontek, ben diverso per caratteristiche e completamente spaesato al Recchioni. E la difesa ha imbarcato per la prima volta troppa acqua.

Fasce

Nell’analizzare la costruzione della squadra durante l’estate, quando la società e il direttore sportivo Stefanelli hanno accontentato le richieste di Toscano, un neo era già venuto a galla ed era già stato sottolineato durante il tour delle amichevoli. Il neo riguardava gli esterni, cioè i quarti di centrocampo, dove il Cesena difetta di qualità. Aspettando Albertini, mai in campo in quanto prima squalificato e poi infortunato, nelle prime 4 giornate hanno sempre giocato Zecca e Calderoni: il primo ha sfondato solo a Rimini, approfittando della tattica suicida di Haveri, che ha lasciato troppo campo alle sue spalle cercando un’aggressione alta velocemente sbriciolata dalle progressioni del numero 7, mentre il mancino non ha più il motore di una volta e al cross ha spesso deluso. L’unico a saltare l’uomo (comunque poco) è stato Adamo, che al momento ha giocato appena 72 minuti e mai da titolare.

Turnover e gol

Nella rosa del Cesena ci sono sei giocatori che non sono mai scesi in campo dal primo minuto e soprattutto c’è un centrocampo che non è mai cambiato, con i già citati Zecca e Calderoni sulle fasce e i due pretoriani Bianchi e De Rose intoccabili al centro. Completamente diverso il discorso relativo alla scelta degli attaccanti, dove emerge una curiosità: Toscano ha sempre mandato in panchina il centravanti che era andato a segno nella partita precedente. E’ capitato prima a Stiven Shpendi, in gol con la Carrarese e in panchina a Rimini, poi a Corazza, a segno nel derby e poi in panca con la Torres, e infine a Udoh, che si era sbloccato con i sardi prima di tornare in panchina a Fermo. Nel giro di una settimana, infine, la produzione offensiva è crollata: con Carrarese e Rimini il Cesena aveva prodotto tanto e segnato poco, con Torres e Fermana il Cesena ha prodotto poco e segnato meno.

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