Calcio C, Bucchi: "Cesena solido, Vicenza super in attacco"

Nella sconfinata bacheca di un signor centravanti del recente passato come Cristian Bucchi spiccano la bellezza di 6 promozioni in Serie A. Due di queste l’ex allenatore dell’Ascoli le ha ottenute prima a Vicenza, nel lontano 2000 agli ordini di Edy Reja, e poi a Cesena, dieci anni più tardi, agli ordini di Pierpaolo Bisoli. Il sorteggio di martedì, che metterà di fronte veneti e romagnoli, non lo ha lasciato indifferente e oggi è proprio l’ex bomber a fare le carte alla doppia sfida che vedrà di fronte due squadre del suo passato.

Bucchi, cominciamo dai suoi ricordi.

«Vicenza e Cesena si assomigliano tanto, sono due città bellissime con due club che hanno una lunga storia, grande tradizione e tanta passione. Due posti dove si lavora bene perché ci sono affetto e calore, ma anche civiltà e serenità. Non a caso in una delle due città (Cesena, ndr) ho comprato casa e mi sono fermato a vivere».

Lei ha giocato a Vicenza quando era ancora giovane, mentre a Cesena arrivò 10 anni dopo, negli ultimi anni della sua carriera.

«Sì, le ho vissute in momenti molto diversi del mio lungo percorso da calciatore: a Vicenza ero giovanissimo in una squadra piena di veterani di grandissima qualità come Zauli, Beghetto, Bernardini, Schenardi, mentre a Cesena ero uno degli uomini più esperti in una squadra piena di debuttanti. Il Vicenza era fortissimo: davanti c’erano Luiso, Comandini, Schenardi, un giovanissimo Sgrigna. Segnai 11 gol e a fine stagione festeggiammo. A Cesena arrivai con la macchia incancellabile delle problematiche fisiche che mi sono portato dietro in quella balorda estate, impiegai praticamente un anno intero per inseguire la migliore condizione. Non sono riuscito a esserci tanto, però ho segnato 4 gol importanti in un gruppo giovane e voglioso. Sono state due vittorie diverse in due città uguali».

Due città calde e due club ambiziosi che vogliono lasciare la C.

«Vederle oggi in C stride ed è un vero peccato, considerando che sono due delle squadre che portano più tifosi allo stadio. Quando società così scendono in C, fa male. Oggi hanno due proprietà ambiziose e solide, è la cosa più importante per guardare con ottimismo al futuro».

Cosa pensa del Cesena di quest’anno?

«Il Cesena, per la prima volta dopo il fallimento, è partito con l’idea di vincere e non ci è riuscito per pochissimo. E’ arrivato secondo, ma può vincere i play-off perché ha un allenatore vincente e un’ottima squadra: tanti giocatori sono esperti e alcuni giovani sono esplosi e stanno facendo la differenza».

E il Vicenza?

«Il Vicenza era partito da grande favorito nel Girone A, ma si è perso per strada, il doppio cambio di allenatore non ha giovato, ma con Thomassen si è sistemato. La Coppa ha aiutato e ora ha carica ed entusiasmo».

Qual è il punto di forza delle due squadre?

«Del Cesena spiccano la quadratura e la solidità. E’ difficile giocare e soprattutto giocare bene contro il Cesena. Aggressività e compattezza fanno la differenza. Del Vicenza mi piace soprattutto la fase offensiva. Davanti sono fortissimi, hanno giocatori in grado di segnare sempre».

E il punto debole?

«Non hanno punti deboli, ma possono trovare davanti situazioni difficili da gestire, che fanno parte dell’imprevedibilità dei play-off e del contesto. Il Vicenza, a campo aperto, quando trova squadre che ribaltano bene il fronte può soffrire perché ha giocatori strutturati ma non velocissimi in difesa. Per il Cesena dico sfondare le linee delle squadre che ti aspettano e si chiudono, ma questo è un problema di tanti».

Quali sono gli uomini-copertina?

«Ferrari e Corazza. L’assenza di Simone è molto pesante. In due hanno segnato quasi 40 gol, conoscono la categoria e sanno segnare in tutti i modi. Per me Ferrari è forse il centravanti più forte della C, è pericoloso dentro l’area, è fortissimo di testa, sa fare tutto. Come coppia sarebbero perfetti».

Però il Cesena è nettamente più forte in difesa.

«Sì, il Cesena è più forte in difesa, lo dicono anche i numeri. Ma è tutta la fase difensiva a fare la differenza, perché gli uomini di Toscano sanno compattarsi. Poi ha difensori perfetti per il modo di giocare di Mimmo, amano il duello individuale e sono veloci».

De Rose-Ronaldo sarà il duello decisivo a centrocampo?

«Credo che De Rose e Ronaldo saranno abbastanza lontani, tendono ad abbassarsi di più e a diventare due vertici bassi. Sono due elementi chiave, profondamente diversi: Ronaldo è più tecnico e più bravo a calciare, De Rose più dinamico, esperto e bravo tatticamente».

Dovesse indicare due giocatori che a sorpresa potrebbe fare la differenza, chi sceglierebbe?

«Del Vicenza mi piace Greco. Nel Cesena ce ne sono tanti, io mi aspetto tanto da Mustacchio, che ho allenato e che è un ragazzo meraviglioso. Se sta bene, può essere devastante».

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