Oggi c’è il processo contro il Siena, che sarà di sicuro penalizzato ma (al 99 per cento) non verrà declassato all’ultimo posto come a Imola qualcuno sperava e sognava. Senza il Siena ultimo, le residue speranze dei rossoblù per vedersi restituiti i play-out sono legati al ricorso avanzato dalla Procura Federale, e non dall’Imolese, contro il -2 del processo del 6 aprile: udienza che è prevista per lunedì 15. Domani, intanto, riprendono gli allenamenti dei rossoblù.
Mauro Antonioli, come ci si allena in una condizione del genere?
«Non possiamo essere tranquilli in questo momento, sentiamo che ci sia stato negato il diritto che avevamo conquistato sul campo di giocarci quei play-out che ci eravamo guadagnati nonostante un’annata difficile per tantissime situazioni. Ne abbiamo sentite tante, di concreto hanno giocato i play-out e c’è il ricorso fatto (in realtà non fatto, perché è stata l’accusa, nel caso la Procura Federale, a ricorrere per chiedere il -4 anziché il -2…, ndr): viviamo nell’incertezza e, nel dubbio, siamo professionisti e dobbiamo allenarci per tenere una discreta condizione fisica ed atletica. Non facciamo nessun lavoro tattico, cerchiamo di stare più sereni possibili fra noi in compagnia».
La squadra e lei come gestite questa situazione? Ci sono giornate in cui pensate di non farcela a stare lì con la testa?
«E’ pesante il fatto di non essere retrocessi sul campo. C’è coesione fra tutti noi, sappiamo che dobbiamo allenarci essendo stipendiati fino al 30 giugno: cerchiamo di farlo nella migliore maniera possibile».
Torniamo al campionato ed alle ultime settimane, in particolare a Reggio Emilia. A lei ed alla squadra sarebbe piaciuto sapere chiaramente le cose quando eravate ancora in ballo?
«E’ successo tutto nell’ultima settimana. Dopo la vittoria con il San Donato pensavamo di essere in ogni caso ai play-out, poi nei giorni prima di Reggio Emilia sono state scritte sui giornali le notizie di possibili altre penalizzazioni. Pensavamo comunque che con un pareggio in casa della Reggiana ce l’avremmo fatta anche al netto delle sanzioni che potevano arrivare. E’ chiaro che se avessimo saputo che sarebbe arrivato un -4 e che avremmo dovuto cercare la vittoria per mantenere i play-out, negli ultimi 20 minuti di Reggio Emilia ci saremmo buttati in avanti alla ricerca del gol vittoria anziché pensare più che altro a difendere il pareggio».
Riavvolgiamo ancora il nastro al giovedì 6 aprile. Avevate sentore che quel giorno potesse arrivare il -2?
«C’erano solo voci. Stavamo facendo la merenda pre-partita ma la notizia noi la abbiamo appresa da internet. Solo dopo averla letta ci sono stati contatti con i direttori, che ci hanno confermato come la notizia fosse vera. Ormai però era tardi…».
Quindi prima della partita decisiva a Pesaro avete avuto l’ufficialità della penalizzazione da un sito internet?
«Sì. Ci era stato ipotizzato il fatto che potesse arrivare una penalizzazione, ma non sapevamo che l’udienza ci fosse quel giorno e che quel giorno sarebbe arrivato il -2. Non pensavo che una simile notizia avesse un effetto così devastante nell’approccio della squadra alla partita. Abbiamo cercato di dare motivazioni ai ragazzi nel pre-partita ma è stata una situazione surreale che alla fine abbiamo pagato a caro prezzo. Vorrei rigiocare quella gara, che ha di fatto segnato il nostro destino».
Lei e la squadra li leggevate i giornali?
«Sì, certamente».
E avete chiesto spiegazione alla società di ciò che leggevate?
«La società ci ha spiegato del ritardato pagamento che è stato un errore loro e lo ha fatto in primis Deni, che mercoledì è venuto al Bacchilega a parlare alla squadra, che gli aveva chiesto un confronto. Deni non si è tirato indietro: è stato molto chiaro, si è assunto la responsabilità del pagamento ritardato, ci ha detto che è convinto di avere ragione e che secondo lui ci sono i margini per riottenere almeno un maledetto-benedetto punto per giocarci i play-out con la Vis Pesaro».