Ravenna, Cagnoni ammette di aver picchiato Bezzi

«È un comportamento che non mi si addice, tornassi indietro non lo farei più». Matteo Cagnoni lo ha ammesso: l’aggressione a Stefano Bezzi il 12 agosto del 2016 in piazza Torino a Marina Romea fu dettata dalla gelosia, dopo avere avuto conferma che quell’uomo, che già aveva avuto modo di conoscere, era la persona con la quale la moglie aveva deciso di farsi una nuova vita. È la prima volta che il dermatologo 54enne parla da quando la sua condanna all’ergastolo per avere brutalmente assassinato la consorte, Giulia Ballestri, è diventata definitiva. Il massacro della 39enne, avvenuto all’interno della villa di via Padre Genocchi la mattina del 16 settembre 2016, quello no, Cagnoni ha sempre negato di averlo commesso. E nemmeno le istanze dei suoi difensori per ottenere una perizia psichiatrica per valutare una seminfermità mentale al momento del delitto hanno fatto breccia. Così dallo scorso 27 gennaio, data della sentenza pronunciata dalla Cassazione, non ha più nulla da perdere. Ieri infatti ha deciso di prestarsi per l’esame dell’imputato, nel corso del processo in cui è accusato di lesioni nei confronti dell’uomo che a tutti gli effetti era divenuto il nuovo compagno di Giulia. Lo ha fatto in videoconferenza dal carcere di Ferrara, dove è stato trasferito dopo il verdetto della Suprema Corte.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui