Stessa strada, stesso posto, stesso bar: il rincaro è servito anche a San Marino

Caffè più salato sul Titano, via ai ritocchi sui prezzi. Iniziare la giornata con una tazzina fumante costerà 1,20 euro, se consumata al bancone e 1,80 euro, se gustata al tavolo. Non va meglio per gli amanti del cappuccino che vola da 1,50 sino a 2 euro. Listino di caffetteria decisamente nero anche per gli altri prodotti, con la classica bottiglietta d’acqua, in bilico da 1,10 a 1,60 euro, sempre a seconda di come si decida di berla, se in piedi o seduti. Anche più lungo del solito il caffè americano per cui si dovrà sborsare fino a 2,20 euro. Tutti rincari messi nero su bianco da un’ordinanza del Congresso con decorrenza da giovedì e fino a nuova disposizione, mentre è record per latte macchiato a quota 2,40 euro. E non basta. Gli operatori che nel loro locale allestiscano un intrattenimento musicale, come piano bar e cabaret, possono applicare sulle tariffe una maggiorazione di 1 euro su ogni articolo.

«L’aumento delle materie prime ha portato ad una serie di rincari che non possono essere accantonati, – riconosce il segretario di Libera, Matteo Ciacci -. Tuttavia pur comprendendo che la situazione sia la stessa per tutti, mi chiedo perché gli altri Paesi stiano lavorando, per calmierare l’aumento che va ad incidere in modo negativo sulle tasche dei contribuenti, mentre da noi non si muove nulla. Perché ora non vengono varate politiche sociali e di equità per ridurre l’impatto dei prezzi alle stelle? Non è populismo il mio, ma pragmatismo». Eppure, prosegue, «anche su quest’aspetto siamo fermi al palo. Nonostante le promesse della maggioranza, non è arrivato niente, se non il caffè a 1,20 euro», allarga le braccia.

«Serve un intervento calibrato della politica, in sinergia con l’associazione consumatori e quelle di categoria. Il governo soprattutto dovrebbe capire la situazione, ma non vedo la reale intenzione di prendere provvedimenti». E rincara: «Non si tratta di scegliere una politica demagogica che dia “tutto a tutti”, ma ragionare insieme per sostenere le fasce più fragili».

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