Cade in buca passeggiando, Comune di Lugo condannato

Lugo

La buca provocata dalle radici e la luce del lampione oscurata dalle fronde. Se gli alberi fossero imputabili, in questa storia avrebbero rischiato davvero grosso. Invece a farne le spese dovrà essere il Comune di Lugo, condannato dal giudice Annarita Donofrio a risarcire una 70enne che ormai cinque anni fa inciampò mentre faceva una passeggiata sulla pista ciclo-pedonale di via Melandri. Cadendo, la donna riportò lesioni per 75 giorni di prognosi e fu costretta a cure mediche per oltre 1.100 euro. Eppure, al momento di chiedere il risarcimento si trovò di fronte al “no” del Comune lughese, iniziando una battaglia legale che si è conclusa ieri a suo favore. Che si sappia, è una sentenza che interrompe la recente sequenza di giudizi a favore delle pubbliche amministrazioni, riconoscendo invece che non solo la donna era stata attenta, ma che «il Comune avrebbe dovuto garantire che» la strada «non presentasse per l’utente una situazione di pericolo occulto».

Asfalto rifatto dopo l’incidente

Non è un caso, infatti, che proprio dopo l’incidente gli uffici del municipio abbiano dato disposizione per il ripristino del manto stradale. Un aspetto rimarcato dal difensore dell’anziana, assistita dall’avvocato Francesco Barone.

La caduta si era verificata attorno alle 20 del 16 dicembre 2015. La donna era uscita di casa assieme alla figlia per una passeggiata, decidendo di percorrere un tratto non molto lontano dall’abitazione ma non percorso abitualmente. Giunta in prossimità dell’incrocio con viale Europa, aveva messo il piede in un punto dell’asfalto sconnesso, in un tratto sì illuminato, ma oscurato dalle foglie della fitta vegetazione a ridosso del lampione. Insomma, per il giudice in questo particolare caso è da escludere «una particolare negligenza del pedone», che in caso contrario avrebbe probabilmente ribaltato l’esito del contenzioso. Ora il Comune, assistito dall’avvocato Gian Carlo Soave, dovrà farsi carico di un risarcimento danni di quasi 5.800 euro, al quale si aggiungono le spese legali per 3.500 euro.

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