«Bye bye Bassona, andiamo in Puglia» Troppe incognite, il NatFest lascia Ravenna

Ravenna

RAVENNA. Per due anni consecutivi ha radunato a Lido di Dante diverse centinaia di turisti provenienti da tutta Europa, amanti dell’abbronzatura integrale in nome di uno stile di balneazione che mette a nudo un rapporto primordiale con spiaggia e mare. Da quest’anno, però, la Bassona non sarà più capitale del naturismo. Il NatFest organizzato dall’Aner si trasferisce in Puglia, nel Gargano. Troppe incognite vertono su Lido di Dante: il ritardo dei lavori per la protezione delle dune, della pineta e della fauna. Ma anche le dimensioni della spiaggia, limitata in questo periodo agli 800 metri tra gli stabilimenti e la barriera eretta dalla Forestale prima della riserva naturale. Infine la lunga attesa per un confronto con il sindaco di Ravenna, per sollecitare un’ordinanza per legittimare il naturismo per tutta la stagione, che ancora latita.

L’incognita sui lavori

Non è uno dal giudizio precipitoso, Jean Pascal Marcacci. Il presidente dell’associazione Naturisti Emilia Romagna preferisce attendere la fine dell’intervento per realizzare, tre le altre cose, la passerella sospesa per gli affacci al mare e la barriera a difesa della pineta Ramazzotti, in lenta ripresa dopo il devastante incendio del 2012. «Come associazione aspettavamo da tanto i lavori - conferma - Sapevamo che sono in ritardo, ma l’importante è che si facciano». Definisce «scaramucce di poco conto» l’esposto presentato dal Meetup sulla presenza di ruspe e trivelle oltre il periodo fissato dagli accordi. «Siamo un po’ critici su quei muraglioni messi a difesa della pineta, che deturpano la spiaggia, ma ci riserviamo di giudicarli alla fine dei lavori», aggiunge. Tuttavia il ritardo nell’esecuzione è stato determinante per la decisione di trasferire altrove il festival. «A gennaio si parte con l’organizzazione, e qui non era ancora iniziato alcun lavoro, non potevamo rischiare».

L’ordinanza che non arriva

Un 2019 di attese, per l’associazione, che caldeggia un incontro con il sindaco Michele De Pascale, non ancora fissato. In ballo l’ordinanza per formalizzare la presenza naturista per tutta la stagione balneare, e non solo per i giorni del festival, come fatto l’anno scorso. «Immagino sia stato impegnato su altri fronti più urgenti - continua Marcacci -, ma arrivato a metà mandato ci aspettiamo mantenga le promesse elettorali che gli sono valse anche i nostri voti. Che cosa si aspetta per un’ordinanza duratura che segue il modello di quella già licenziata gli anni scorsi nei giorni del festival?». L’annoso «problema giuridico», per Marcacci, non c’è più: da una parte i servizi igienici, necessari per legge, sono messi a disposizione dal Camping Classe. Dall’altra i bagnini di salvataggio che, assicura il presidente dell’associazione, «verrebbero pagati per tutta la stagione, come accaduto durante il festival gli anni scorsi, in collaborazione con il campeggio».

Spazio risicato

Troppe incognite, dunque, per organizzare un evento che gli anni scorsi ha richiamato una media di 500 partecipanti al giorno nella spiaggia considerata storica e tra le più estese d’Italia per i fan del costume adamitico. O almeno lo era fino alla stagione scorsa, perché tra la barriera eretta nei mesi recenti e lo sbarramento che fino a metà luglio per la nidificazione del fratino impedisce l’accesso all’area più a Sud verso la foce del torrente Bevano, restringono fortemente lo spazio. «Mille persone in 800 metri - abbozza un calcolo sommario Marcacci -, come fanno a starci?». Abbandonata anche l’ipotesi di posticipare la data, considerato che puntualmente la scadenza del divieto d’accesso verso il fiume viene prolungata fino a fine luglio per accogliere anche le covate ritardatarie. E allora benvenuti in Gargano, senza il rischio di trasformare il festival in ammucchiata.

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