Burioni porta il no vax in tribunale a Rimini: "Mi ha diffamato"

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«Io non sono proprietario di nessun brevetto relativo ai vaccini». Roberto Burioni, il celebre virologo originario di Casteldelci, è parte offesa nel processo contro il pesarese Stefano Scoglio, imprenditore, autore di testi su nutrizione e fitoterapia, oltre che sostenitore delle tesi anti vacciniste (ha anche partecipato come esperto ai convegni dei “No paura day”).

Ieri mattina il virologo riminese è comparso davanti al giudice per spiegare le ragioni che lo hanno convinto a querelare per diffamazione il marchigiano e rispondere alle domande dell’avvocato difensore Mauro Sandri. Scoglio, che all’epoca del fatto era direttore del Centro di ricerche nutriterapiche di Urbino, accusò pubblicamente il virologo di essere a favore dei vaccini perché in pesante conflitto di interessi in quanto titolare di numerosi brevetti.

Tutto ciò accadeva ben prima che il mondo venisse investito dalla pandemia da Covid-19. Correva l’anno 2017, il 24 aprile Scoglio scrisse sulla sua pagina Facebook che Burioni sosteneva i vaccini in virtù “dei suoi enormi conflitti di interessi” perché titolare di numerosi brevetti sui vaccini. Sullo sfondo c’era l’episodio della morte in culla di una bimba di due mesi avvenuto a Torino qualche ora dopo il vaccino esavalente. Insultato quasi «quotidianamente» dai no vax, Burioni chiarisce perché proprio contro le accuse di Scoglio abbia deciso di sporgere querela. «Normalmente non denuncio, ma in questo caso le offese minano la mia credibilità come medico, quindi il rapporto di fiducia con il paziente e di conseguenza le probabilità di guarigione». Interpellato dal pubblico ministero, il virologo (assistito dall’avvocato Roberto Marchegiani) ha ribadito di non essere in possesso di alcun brevetto di alcun vaccino. «Anzi, - ha aggiunto - se lo fossi, il mio interesse sarebbe di affermare che quelli attuali non funzionano, così da promuoverne uno nuovo, il mio magari». In seguito, l’avvocato dell’imputato ha spolverato le carte che attribuiscono a Burioni la titolarità di brevetti relativi ad anticorpi monoclonali. Incalzato, il virologo ha replicato affermando che si sarebbe trattato di un brevetto «su qualcosa che potrebbe essere utilizzato per produrre un ipotetico vaccino, che al momento, appunto, non esiste». Frasi e dichiarazioni riprese integralmente da un paio di persone che hanno assistito al processo: evidentemente la materia del contendere (vaccini sì, vaccini no) deve aver sollevato il loro interesse. La prossima udienza è fissata per il 18 gennaio.

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