San Piero in Bagno, bruciati al gioco i soldi dei clienti: il broker Vannini in Appello

Niente perizia psichiatrica: il broker che si giocò i soldi dei clienti sosterrà il processo d’Appello come un qualsiasi altro imputato e senza “limitazioni” dovute a condizioni mentali giudicate patologiche.

È iniziato il processo di appello a carico di Silvio Vannini: il 67enne ex broker di San Piero in Bagno che è stato condannato in primo grado a 7 anni e 9 mesi di reclusione per truffa ed appropriazione indebita.

Vannini è accusato di aver dilapidato (prevalentemente al Casinò di Venezia) circa 9 milioni di euro che clienti e amici gli avevano consegnato, allettati dalla sua fama di grande abilità nel mondo della finanza. Quella di ieri è stata una udienza che a Bologna ha avuto come principale punti di dibattito la richiesta preliminare di perizia psichiatrica a cui sottoporre lo stesso Vannini. Sia la procura generale che le parti civili si sono opposte e alla fine la corte, dopo una lunga camera di consiglio, ha rigettato la richiesta della difesa dell’imputato (l’avvocato Giordano Anconelli).

Vannini in primo grado è stato condannato a risarcire le parti civili, molte delle quali in solido con Banca Ipibi che ha a sua volta proposto appello contro questa decisione. Già in primo grado la difesa di Vannini aveva ribadito a più riprese, come l’imputato fosse affetto da una grave forma di ludopatia. Quando si consegnò alla Guardia di Finanza dando vita poi ai procedimenti a suo carico non aveva mai nascosto un vizio che lo portava a dilapidare fino a 70.000 euro a sera.

Vannini dilapidava soldi di clienti che erano a volte anche suoi amici personali e parenti stretti. A metà marzo 2015 quando i tentativi di recuperare quanto perduto ormai erano completamente inutili e la cifra sparita troppo ampia, denunciò quanto fatto alle Fiamme Gialle. prima di sottoporsi a cure specifiche da specialisti della ludopatia.

La corte d’Appello dopo la decisione ha disposto il rinvio al 10 maggio per la prosecuzione del procedimento e le richieste da parte della procura generale e della difesa.

Le parti civili che hanno perduto i soldi sono difese dagli avvocati Federica Rinaldi, Max Starni, Massimo Mambelli, Valerio Versari, Luca Salvetti, Walter Galeotti, Pamela Fragorzi, Francesca Piana, Antonio Baldacci, Cesare Paoli, Giovanni Majo.

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