Brisighella, sfide tra i balestrieri medioevali

Archivio


Podio tutto locale e per due terzi al femminile, nella prima edizione del “Palio della manesca” svoltosi nel campo dell’Osservanza. L’ex complesso conventuale in ampia parte è ora adibito alla fruizione turistica per manifestazioni, soprattutto di tipo rievocativo e storico, in linea con il brand medioevale del paese.
E proprio il palio si inseriva in tale contesto.
Seppure disturbato da pioggia a tratti, il torneo con le balestre manesche (gestite a mano senza banco) ha riscosso un buon successo, a pochi passi dalla Sagra della pera volpina e del formaggio di fossa in centro storico.
«Kermesse da riproporre»
«Lo ripeteremo sicuramente – ha riferito Gian Luca Bassi, il patron degli organizzatori –: abbiamo creato qui a Brisighella anche dei corsi in questa disciplina, inoltre abbiamo bravi artigiani, come Davide Righini, specializzato nella produzione di balestre antiche. Come campo d’allenamento possiamo fruire della Rocca, dove l’attività svolta comincia a dare i suoi frutti. Questo podio ne è la conferma».
Ad aggiudicarsi il trofeo in ceramica della manifattura “Sottosasso”, consegnato dall’assessore al Turismo Gian Marco Monti, è stata Elisa Cavina detta “Grillo”, erborista di Riolo Terme e punta di diamante della compagnia “Contea Brasichellae et Vallis Hamoniae” di cui Bassi è vice presidente, compagnia che ha portato alla sfida un uomo e tre donne contro tre uomini della “Compagnia la ginestra” di Villafranca (Vr) e tre uomini della compagnia “Porta Giova” di Milano.
Al secondo posto, dopo un’avvincente spareggio tutto locale, si è classificato Daniele Marcacci detto “Mek” mentre terza è arrivata Giorgia Rambaldi di Imola, nome di battaglia “Campaldino”, che ha vinto lo scontro diretto contro il rappresentante di Verona.
Passione e tenacia
«E’ da due anni che mi cimento con la balestra manesca – ha commentato a caldo la vincitrice –: mi sono appassionata e questa è la prima vittoria in un torneo, evidentemente la tenacia comincia ad appagarmi».
Non è casuale la presenza femminile in questa disciplina: «Essendo la nostra una compagnia d’armi e scherma antica, le esibizioni consistono spesso in scontri che, seppure disciplinati, sono piuttosto violenti, perciò per coinvolgere anche le ragazze abbiamo pensato al tiro con questo tipo di balestra, una specialità adatta a tutti ma che richiede abilità, concentrazione, preparazione e anche una buona tenuta atletica».
Il torneo ha visto i balestrieri cimentarsi in tre prove: il cosiddetto tiro alla barbuta, il tiro in velocità e il tiro da battaglia, quest’ultimo molto spettacolare perché dinamico con frecce indirizzate contro bersagli che si capovolgono se centrati. Elisa Cavina ne ha abbattuti quattro su sei.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui