Brisighella, presto i lavori per realizzare il nuovo invaso Moreda

Partiranno prima di Pasqua, forse già intorno alla seconda settimana di aprile, i lavori per la realizzazione del nuovo bacino idrico in zona Moreda progettato dal Consorzio di bonifica della Romagna occidentale. L’invaso si inserirà in una rete di cui faranno parte anche i futuri bacini Sarna e Colombaia, quest’ultimo a Faenza: il costo complessivo delle opere supera i 15 milioni di euro, quasi interamente finanziati dallo Stato.
Se l’invaso Colombaia pare aprire le porte al progetto collaterale del nuovo Paliodromo manfredo, quello che sorgerà nella zona Moreda chiude invece un capitolo lungo decenni, corrispondente al fallimento dell’iniziativa che, agli inizi del millennio, avrebbe dovuto rendere questa area di Brisighella che costeggia il Lamone una zona turistico-residenziale all’avanguardia denominato “Villaggio del Sole”. Un villaggio che, però, non ha mai davvero visto la luce: al suo posto, infatti, sarà realizzato il bacino con una capacità da 200mila metri cubi. Sul luogo restano tuttavia, a questo punto ancora per poche settimane, le tracce del passato, a cominciare dal faraonico palazzo da 12 appartamenti, abitazioni dove nessuno mai si trasferì perché, una quindicina di anni fa, la società di costruzione fallì prima di terminare i lavori. Da allora, per anni, la zona è stata bivacco di senzatetto e, soprattutto, enorme discarica a cielo aperto.

Ma ormai i preparativi per dare un nuovo volto alla Moreda fervono: gli escavatori hanno iniziato le operazioni di pulizia e sfalcio della vegetazione e lo stesso edificio residenziale dovrà essere abbattuto. La stessa sorte toccherà al vicino cottage in legno, anche questo un retaggio del progetto sfumato anni fa.
La realizzazione dell’invaso conclude un percorso avviato quando al vertice del Cer e dell’Anbi regionale si trovava Massimiliano Pederzoli, attuale primo cittadino del borgo dei tre colli: «Sommando le capacità dei tre bacini – spiega il sindaco – si arriverà di poco al di sotto del milione di metri cubi. L’invaso Moreda rinforzerà le disponibilità irrigue del rio Vitisano e del rio Ebola, che sono praticamente a secco».

L’acqua, presa dal Lamone, sarà inoltre trasmessa attraverso una condotta agli altri due invasi in procinto di essere costruiti, creando così un sistema irriguo di notevole ampiezza.
«Il tutto – prosegue Pederzoli – sarà a sua volta collegato al Canale Emiliano-Romagnolo. Insomma, è come se il Po arrivasse a Brisighella». Una battuta, quella del primo cittadino, che scopre in realtà la grave sofferenza idrica in cui si trova il fiume più lungo d’Italia. La siccità resta uno dei primi problemi per l’agricoltura del territorio: «Questo per noi è un progetto prioritario – conclude il sindaco –. Il 4 agosto del 2017, secondo i dati Arpae, Brisighella fu la città più calda della regione. Siamo partiti proprio da lì. L’anno successivo riuscimmo a intercettare la linea di finanziamento che in precedenza era stata utilizzata dai consorzi piemontesi».

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