Brisighella, nuovi ritrovamenti dagli scavi archeologici di Ceparano

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Si è conclusa venerdì la quinta campagna di scavi nel sito medievale di Ceparano: a guidare il drappello di apprendisti Indiana Jones, tutti studenti dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, è stato come ogni anno il professore Enrico Cirelli. Adesso i ricercatori si godranno un po’ di meritato riposo, per poi riprendere in ottobre i lavori a Rontana, l’altro filone di scavi seguiti da Cirelli, per il restauro del castello e il consolidamento di altre strutture riemerse dall’oblio.
Quanto a Ceparano, dove le campagne hanno preso avvio nel 2018, i risultati hanno rivelato ancora una volta l’ampiezza di un sito che, anno dopo anno, continua a stupire gli archeologi.

«Si è trattato di un scavo molto fruttuoso – commenta Cirelli – in cui abbiamo trovato tantissime strutture del villaggio medievale, boccali di maiolica, ceramiche invetriate. Alcuni pezzi risalgono all’ottavo-decimo secolo dopo Cristo, e sono quindi antecedenti al 970». Quello, infatti, è l’anno a cui risalgono le prime attestazioni di un insediamento in zona: con i ritrovamenti di quest’anno, i sospetti sempre nutriti da Cirelli, e cioè che la collina fosse stata occupata già in epoca precedente, ricevono una conferma importante.

Ma non è finita qui, anzi: in una abitazione riconducibile a personalità di estrazione aristocratica è stato riportato alla luce un sontuoso camino dell’XI secolo, mentre in altre porzioni sono state dissepolte installazioni per la produzione vinicola, con l’area per il pestaggio e quella per la decantazione. Tra le varie case del villaggio, inoltre, sta riprendendo forma l’antico assetto viario.

Ma la scoperta che più ha entusiasmato il professore Enrico Cirelli e i suoi studenti è stata fatta a est della chiesa su cui si era lavorato negli anni precedenti e dove si continua a scavare per intercettare l’abside.
«Ci siamo trovati davanti a un monumentale memoriale funerario a scala – racconta Cirelli –. Ogni gradino è occupato da tombe sigillate, si tratta di sepolture aristocratiche molto ben caratterizzate. Un complesso costruito dopo l’anno 1000 e databile quindi tra l’XI e il XIII secolo».
La scoperta è sicuramente di rilievo anche perché, come spiega il professore, «non è sempre detto che nel medioevo l’aspetto funerario fosse così curato. Questo ritrovamento è quindi il simbolo di una comunità che teneva in modo particolare a conservare il ricordo dei predecessori e testimonia uno spirito di coesione molto forte».

A non molta distanza da questo luogo costruito per il riposo dei morti, altri reperti ci ricordano che, allora come oggi, purtroppo è la guerra uno dei motori principali della storia.
Intorno al villaggio sta infatti riemergendo un muro di cinta in pietra che circondava un terreno ampio quasi un ettaro, mentre una postazione da archibugiere è stata restituita al presente intatta, comprese le palle di cannone che non furono mai sparate.

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