Brisighella, la scomparsa della "madre di tutte le azdore"

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Si è spenta nella sua casa di Zattaglia, presso il podere del figlio, Giuseppina Linguerri, la “madre di tutte le azdore”, la decana delle sfogline romagnole conosciuta forse in tutto il mondo viste le sue numerose apparizioni in programmi televisivi, non solo italiani, come Linea Verde, Sereno Variabile, ma anche stranieri. L’ultimo pochi mesi fa su una tv francese.
Era lei, con lo spirito di una intenditrice esperta e quella cadenza tipica del luogo, ad illustrare l’arte del mattarello e della pasta fresca fatta in casa. Una testimonianza vivente di quella sapienza, conoscenza e manualità che solo nelle donne di un tempo si è potuta formare così radicata. Aveva 97 anni e l’ha stroncata una breve malattia. Giuseppina era la madre di Beatrice e sua aiutante nella bottega di Brisighella, dove ha aiutato a tirare la sfoglia fino a qualche mese fa.

Chiunque la conosceva ha sempre avuto solo parole di stima e considerazione, e non solo come artigiana, ma come donna la cui vita è stata straordinaria per dedizione alla famiglia, al lavoro, alla casa anche dopo pensionata. Insomma una donna che sulla carta d’identità aveva voluto che fosse scritto “azdora” al posto di casalinga.
E lo era un’azdora, termine con il quale i romagnoli della civiltà contadina rimarcavano le più alte virtù femminili: colonna portante della casa, abile in cucina, custode di ricette segrete, insuperabile nei lavori domestici.
Una donna sulla quale tutta la famiglia poteva fare affidamento anche per la soluzione di problemi extra casalinghi. Una donna di carattere, plasmata dalle vicissitudini della vita, forse più dolori che gioie, ma sempre pronta a guardare avanti.
Ne ha masticato di storie liete o tristi Giuseppina: «Durante la guerra – ricorda commossa Antonella, un’altra figlia – dormiva con le mitragliatrici dei tedeschi spianate alle finestre, ne ha passate davvero tante. Noi fratelli siamo orgogliosi e fieri di lei».
In vita ha vissuto gravi lutti: la perdita del figlio Mauro mancato giovanissimo nel 1984, poi nel 1987 quella del marito, pochi anni fa la scomparsa di un nipote ma ancora prima di un genero. In vita sono sei i figli rimasti, ma la sua famiglia è più grande, conta 22 nipoti e 32 pronipoti.

Era nata nella frazione di Vespignano e si era sposata con Carlo Guaducci. Fino al 1957 ha vissuto a Brisighella in zona Moreda per poi trasferirsi a Zattaglia, al podere di Pietralunga, nella casa dove è deceduta. «Nell’ultimo periodo era ricoverata all’ospedale di Faenza – racconta Antonella –: e come famigliari vogliamo ringraziare il personale per le cure e le attenzioni riservate. Negli ultimi dieci giorni abbiamo voluto rispettare la sua volontà di tornare a casa, dove ha cessato di vivere martedì con intorno tutta la famiglia riunita». Proprio come si moriva un tempo: nel conforto e nel calore dei più cari. I funerali ci saranno venerdì alle 11 con funzione presso la chiesa di Zattaglia.

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