Brava E-Work, ma la vera vittoria è stato tenere duro e giocare tutti i campionati

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Vittoria, promozioni, felicità pura. E il tanto agognato abbraccio del pubblico a suggellare il lieto fine. Per la Romagna, dopo la dolorosa eliminazione dell’Unieuro Forlì e il pesantissimo forfait della Rbr Rimini, sono arrivate anche delle belle notizie in questa tormentatissima stagione del Covid.

Faenza, città che vive davvero di basket femminile, è tornata infatti dove si merita, in quell’A1 abbandonata per problemi economici nel 2012: una cavalcata indimenticabile per Simona Ballardini e compagne, superando ostacoli di ogni tipo, compreso un esonero “stranetto” di coach Paolo Rossi, i continui rinvii da pandemia, qualche inevitabile attacco del Covid e da ultima la clamorosa sconfitta in gara-2 per mano del Valdarno, quando la promozione sembrava già tra le mani. L’E-Work, però, si è dimostrata più forte di tutto e tutte, guidata sul campo da un nucleo di giocatrici solidissimo e fuori da una società che, nella persona del presidente Mario Fermi, ha sempre avuto le idee chiarissime. Così il ricordo della beffa subita per mano del Vigarano è stata definitivamente cancellata e l’estati di un Bubani, pieno per quanto concesso di protocolli, ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta.

Non si è festeggiato però solo a Faenza, perché non lontano da lì, a Forlimpopoli, i Baskérs hanno firmato il proprio personalissimo capolavoro, saltando in C Gold. La squadra del sempre verde Rodolfo Rombaldoni (suo il canestro decisivo in garauno sul campo della favorita Francesco Francia) è riuscita in un salto doppio: prima il ripescaggio estivo in C Silver, sfruttando la classifica della D al momento del stop causa Covid del 2020, e poi questa imprevista, stupefacente e meritatissima promozione. Fra l’altro rifacendo o quasi la squadra in inverno dopo il rinvio del campionato e la comprensibile decisione di alcuni giocatori, compresi il “monumento” Francesco Foiera, di evitare rischi per la propria salute.

Ora, in piena corsa promozione, c’è anche la Stella Rimini del 40enne Sylvere Bryan in D (doppia sfida decisiva con l’Omega Basket Bologna) e soprattutto la Virtus Spes Vis Imola di coach Marco Regazzi in C Gold: la formazione giallonera, che ha griffato la propria stagione con l’hashtag #andiamoaprenderli (chiaro riferimento ai cugini biancorossi dell’Andrea Costa in B), è a due vittorie dal salto di categoria e la disputa della Final Four a Rovigo evoca dolcissimi ricordi ai tifosi gialloneri della fu Virtus. Con un esperto di promozioni come Regazzi, un crack assoluto per la categoria come il croato Ivan Begic e la fervida volontà della rinnovata società di puntare alla B, il lieto fine sembra mai come quest’anno alla portata della realtà nata nel 2009 dalla fusione fra la Nuova Virtus Basket Giallonero e la Spes Vis.

Insomma, pur con le difficoltà tante volte ricordate, anche questa folle stagione marchiata dal Covid ha saputo regalare emozioni forti e gioie a giocatori, dirigenti e soprattutto tifosi. Giocare è stata la scelta più azzeccata possibile, anzi l’unica scelta. E dispiace, ancora oggi, sentire le parole del presidente del Basket Ravenna Roberto Vianello, che in campo non sarebbe mai voluto scendere, lanciando strali contro chi ha difeso fino all’ultimo il prodotto pallacanestro e la sua sopravvivenza. Difficile, sinceramente, capirlo. E, pensiamo, che questo sentimento valga a maggior ragione per i dirigenti, gli allenatori e i giocatori della sua squadra, capaci di dare tutto e di chiudere la stagione al meglio. Loro, sì, davvero innamorati della pallacanestro.

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