Botte e maltrattamenti ai minori: papà e nuova compagna assolti, il caso in valle del Rubicone

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Assolti. La procura aveva chiesto per loro una condanna a quasi due anni di reclusione. Il giudice ha invece ritenuto che non esistessero gli elementi inconfutabili che occorrono per punirli penalmente. I vari perché della decisione si conosceranno soltanto tra 45 giorni: termine fissato per la presentazione delle motivazioni da parte del giudice. Il caso è quello dei maltrattamenti in famiglia, dove imputati erano un uomo e la sua compagna che vivono nella vallata del Rubicone. Ad accusare la coppia sono stati due figli del precedente matrimonio dell’uomo. In una vicenda in cui, da sempre, i nomi degli imputati non vengono riportati per non svelare chi siano le vittime dei presunti abusi che, per la sentenza di primo grado, in realtà non ci sono stati. Gli imputati erano stati denunciati dall’ex moglie dell’uomo per tutelare i figli minorenni. I due coniugi solo ormai “ex” a tutti gli effetti visto che sono anche legalmente separati da anni ed avviati ad un divorzio che sarà completato a brevissima scadenza. Hanno tre figli, due dei quali sono entrati a processo come persone offese costituite parte civile tramite l’avvocato Emanuela Pagliarani. L’uomo e la sua nuova compagna erano invece difesi dall’avvocato Francesco Lombardini. L’accusa era quella di aver maltrattato un figlio picchiandolo con schiaffi e spintoni anche solo quando si frapponeva tra i due per separarli durante le liti. Sono accusati anche di aver insultato e percosso una figlia all’epoca minorenne costringendola ad assistere a loro violenti litigi. Oltre a questo, a complicare la situazioni, sarebbero state secondo la denuncia, anche vessazioni verbali. Il tutto si sarebbe protratto nel tempo fin dal 2011. I tre figli minori hanno deposto le loro testimonianze in incidente probatorio durante l’udienza di rinvio a giudizio per cui non sono stati chiamati in aula a testimoniare per non aggravare di ulteriori tensioni la loro situazione già difficile. I due imputati, nel corso del processo, hanno negato ogni addebito. Tra le richieste della parte civile avanzate durante le varie udienze c’era stata quella di produrre un video. Ritraente una festa di compleanno durante la quale uno dei figli minori era stato colpito da un calcio. Doveva essere una prova delle vessazioni subite che però non è mai stata accettata a processo e quindi il filmato non è stato mai valutato dalle parti e dai giudici. Per la coppia la procura, in sede di conclusioni, aveva chiesto una condanna ad un anno ed 8 mesi di reclusone oltre alla condanna a risarcire le parti civili. Gli atti esaminati dalla giuria hanno fatto sì che la coppia di imputati venisse assolta. Tra un mese e mezzo si saprà anche il perché nei dettagli, grazie alle motivazioni del giudice. Solo allora la parte civile deciderà se proporre eventualmente appello contro l’assoluzione.

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