Boom di iscrizioni nell'Atletica Endas Cesena

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Le mamme e i papà attendono il loro turno per entrare in segreteria all’ombra degli alberi lungo il viale davanti al campo di atletica. Sempre distanziati, a volte un po’ accaldati dal sole di settembre.

I ragazzi scendono le scale, allegri, rumorosi, ansiosi di raggiungere l’anello rosso simile a quello su cui hanno visto in tv i loro nuovi miti sportivi: Marcell Jacobs, Filippo Tortu, Gianmarco Tamberi.

“L’effetto Tokyo” è andato a sovrapporsi a quello del Covid, portando a un boom di nuovi praticanti sui campi di atletica in tutta Italia e anche l’Endas, lo storico sodalizio che da oltre 50 anni diffonde il verbo del “corri salta e lancia” a Cesena, ne sta beneficiando.

«Il telefono squilla senza soste - raccontano da dietro le mascherine Claudia e Tosca, le segretarie del club indaffarate a compilare moduli e fornire informazioni - dall’inizio di settembre abbiamo già registrato poco meno di cento nuovi ragazzi e il numero aumenta ogni giorno».

La fascia dei più piccoli, alunni di elementari e medie, è quella con il maggior incremento percentuale, ma non mancano nemmeno adolescenti che in passato hanno sperimentato altre discipline e che ora vogliono mettersi alla prova nel salto in alto, nel getto del peso o nella corsa.

“Serve il green pass?” Ovviamente è questa la domanda più frequente, ma i genitori si interessano anche alle attività che verranno svolte, all’abbigliamento da utilizzare, ai certificati medici richiesti. Tutti concordano su un punto: fare sport fa bene, farlo all’aperto fa meglio.

«Il lavoro di promozione che facciamo nelle scuole ci ha portato già da tempo a registrare una crescita costante - spiega Sandro Suriani, Direttore Tecnico e responsabile del settore velocità - A settembre 2019 avevamo poco meno di quattrocento tesserati. Nel 2020 c’è stato un ulteriore incremento nonostante l’incertezza della situazione sanitaria e in questa stagione, grazie anche al “traino” dei successi azzurri alle Olimpiadi, stiamo avendo un’affluenza sbalorditiva. Fortunatamente negli ultimi anni abbiamo realizzato un progressivo ampliamento dello staff tecnico e siamo in grado di gestire al meglio questa gradevole onda d’urto».

Il coronavirus, una vera calamità per lo sport in generale, non ha aiutato l’atletica leggera ma le ha risparmiato almeno i danni accusati dalle discipline indoor.

«Gran parte degli sport di squadra hanno dovuto interrompere o limitare moltissimo le loro attività per la situazione pandemica - continua Suriani - l’atletica, proprio per le sue caratteristiche, ha subito meno restrizioni. Naturalmente abbiamo dovuto adottare delle precauzioni, igienizzare gli attrezzi ad ogni utilizzo, rinunciare all’uso degli spogliatoi e della palestra, ma abbiamo potuto continuare ad allenarci e gareggiare tutto l’anno. Una fortuna che molti altri non hanno avuto».

Il palmares del club di Corso Mazzini è una torta fatta di titoli di Campione d’Italia e maglie azzurre che sulla cima porta con orgoglio la ciliegina a cinque cerchi di Margherita Magnani a Rio 2016.

Un traguardo che molti di questi ragazzi che muovono i primi passi sulla pista sognano di raggiungere ma che per Suriani non deve diventare mai un’ossessione fine a se stessa.

«Diventare un olimpionico è un processo lungo e complesso che richiede impegno, dedizione, anche un pizzico di fortuna se vogliamo, ma la vittoria non può essere l’unico obiettivo.

Per diventare un vincente è indispensabile cercare di migliorarsi ogni giorno, ma soprattutto di divertirsi e amare ciò che si sta facendo. E’ un insegnamento che ci si porta dentro anche quando si abbandonano i campi di gara».

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