Rimini, bonus edilizia. L'Ance: vitale la cessione dei crediti

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E’ un vero e proprio grido d’allarme a reti unificate quello che si leva contro l’articolo 28 del Decreto Sostegni Ter che limita a una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali nella complessa partita dei bonus edilizia. Una modifica in corso d’opera figlio anche della mega truffa da 440 milioni di euro smascherata la scorsa settimana dalla Procura di Rimini e dalla Guardia di Finanza che rischia di avere ripercussioni pesantissime su migliaia di piccole e medie imprese. Dopo l’sos congiunto lanciato ieri da Confartigianato e Cna, con tanto di decalogo dei rischi e doppia richiesta al governo, oggi sono costruttori e sindacati a evidenziare lo spettro di un possibile tsunami sulla ripartenza in atto.

Crollo delle richieste

«Questo articolo 28 è assolutamente da modificare: è giustissimo contrastare le frodi e qui siamo stati purtroppo i testimoni principali dei rischi che si corrono e che fra l’altro avevo anche già paventato. Ma la modifica adottata è troppo rapida e non tiene conto dei tempi del mercato: la cessione dei crediti è vitale per imprese che altrimenti non avrebbero gli strumenti e le risorse per riuscire a mettere in piedi opere e accettare lavori come quelli dei superbonus che sono fondamentali per le ripresa. Ancor più oggi che con il caro bollette piove sul bagnato e le attività sono messe ancora più in ginocchio» non ha dubbi Ulisse Pesaresi, presidente di Ance Romagna Rimini-Ravenna, che rivela: «Anche noi come Ance abbiamo inviato un emendamento al governo per chiedere di mettervi mano, perché, così come formulato, il nuovo articolo rischia davvero di mettere tutto in ginocchio: già fra dicembre e gennaio le domande erano diminuite del 50%, dopo la frode scoperta diverse banche non stanno più accettando queste operazioni in attesa di riorganizzarsi, muoversi e capire il da farsi e questo avviene con lavori in piedi e tempi prefissati. I contrasti alle frodi si fanno con le verifiche sulle imprese e l’effettiva effettuazione dei lavori, non con modifiche frettolose a regole già abbastanza complicate, altrimenti potremmo aprire nuovi varchi ai malintenzionati». Per poi chiudere perentorio: «Con una semplice cessione dei crediti fiscali il sistema non resisterà, perché non ci sono abbastanza imprese strutturate che possono attendere per incassare soldi».

Le proposte dei sindacati

Grande preoccupazione condivisa, ma idee chiare e proposte sul tavolo: è una posizione unitaria quella delle organizzazioni sindacali del settore e lo si evince dalle varie posizioni. Ad aprire la fila è Renzo Crociati, segretario generale della Filea Cgil. «Sono necessarie soluzioni forti per fermare le frodi nel settore costruzioni e la mala edilizia, ma serve anche buonsenso da parte di tutti: se da un lato vanno evitati allarmismi sui crolli occupazionali del settore, dall’altro è bene verificare che i soldi pubblici del superbonus possano essere ceduti anche a un secondo livello selezionando però i vari soggetti finanziari» esordisce, passando appunto a una doppia proposta: «Va innanzitutto garantita maggiore legalità evitando lavoro irregolare e infortuni sul lavoro e per fare questo è necessario sia obbligatoria l’applicazione del contratto nazionale per l’edilizia, l’unico in grado di salvaguardare formazione, salari dignitosi e sicurezza. La seconda proposta è riconoscere la possibilità di successive cessioni di crediti, ma solo a soggetti finanziari o aziende fornitrici riconosciute attraverso un albo specifico sottoposto alla vigilanza di Agenzia delle Entrate e Banca d’Italia. Sono necessarie una trasparenza rigida e degli interventi ad hoc e siamo d’accordo che il governo incontri tutti i soggetti interessati, dai costruttori alle organizzazioni sindacali, per far sì che si arrivi a tutti i requisiti necessari per garantire lavoro e legalità. Questa crescita del settore edile deve diventare finalmente l’occasione per qualificare l’intero comparto..a livello locale su questo aspetto vogliamo fare sistema anche con le associazioni datoriali e con le istituzioni del territorio, nel rispetto dei singoli ruoli.Inoltre è necessario a nostro parere aggiornare il Protocollo sugli appalti di lavoro. Per questo motivo nei giorni scorsi abbiamo chiesto un incontro alla Provincia di Rimini. È necessario contrastare la logica degli appalti al massimo ribasso ed è necessario rafforzare le norme sulle legalità per evitare che la malavita organizzata possa condizionare l’economia del nostro territorio». Sulla stessa linea d’onda anche Roberto Casanova di Filca Cisl Romagna: «C’è grande preoccupazione, perché dopo 10 anni di crisi c’è una ripartenza figlia dei bonus: è vero che c’è stato un boom di imprese anche speculative e che nell’edilizia iscriversi è troppo facile, ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca approvando provvedimenti peggiori del problema. Non diciamo si ripristini tutto come prima, ma di adottare misure giuste per evitare che pseudo imprese possano accaparrarsi soldi non dovuti mettendo a repentaglio tutto il sistema, anche chi opera come deve». Infine Aziz Ibnoerrida della Fenea Uil: «Siamo molto preoccupati e lo siamo oltre che per l’occupazione anche per la legalità, visto quanto accaduto la scorsa settimana con l’inchiesta sul nostro territorio. Dal 2008 a questa parte abbiamo perso 600.000 posti di lavoro e adesso che abbiamo una leva importante per l’occupazione come i bonus dobbiamo operare nel rispetto delle regole: per colpa di qualcuno non devono pagare tutti e bisogna fare in modo di far lavorare le aziende mettendo magari in piedi più controlli e non bloccando la ripartenza».

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