Bonaccini a Cesena: "Coalizione ampia al voto ma senza 5 stelle"

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«Una mezza rivoluzione», che dia il senso di un «cambiamento profondo». Secondo il presidente della Regione Emilia-Romagna è da qui che deve partire il centrosinistra per poter vincere le elezioni del 25 settembre. Lo ha detto sabato sera dal palco della Festa dell’Unità di Sant’Egidio rispondendo alle domande del giornalista di Repubblica e La 7 Gerardo Greco.

Segno di cambiamento

«Non basterà l’agenda Draghi, non basterà lo spauracchio di questa destra sovranista e populista. C’è poco tempo, ma proprio per questo credo che sia importante dare, anche sul piano simbolico, il segno del cambiamento», ha detto Bonaccini. Un cambiamento, che passa anche e soprattutto attraverso la scelta dei candidati. «Salvo qualche nome, tra cui il nostro segretario, forse dovremmo cambiare tutti i nostri rappresentanti al Parlamento». È l’esperienza fatta sui territori emiliano romagnoli, il cosiddetto “metodo Emilia-Romagna”, l’architrave su cui poggia il suo ragionamento. Due gli elementi su cui puntare secondo Bonaccini: la qualità dei candidati e dell’offerta programmatica.

Collegi da conquistare

«Vorrei un partito in cui le correnti contassero meno - ha detto a proposito di candidature, suscitando l’applauso del pubblico -, possibile che chi ha già fatto 4,5 legislature non possa prendere in considerazione di fare altro? Basta farsi paracadutare in seggi sicuri, dobbiamo andare nei territori, stare tra la gente, servono persone in grado di farlo perché dovremo conquistarci i collegi uno a uno, come abbiamo fatto in Emilia-Romagna con sindaci e sindache giovani che con coalizioni solide hanno riconquistato Comuni che tutti davano per persi». A loro, alla classe dirigente sui territori, secondo Bonaccini, «dovremo chiedere di aiutare il partito, di mettersi in gioco».

Programma e ampia coalizione

Sul programma andrà costruita la coalizione: «Quando mi sono ricandidato la Regione veniva data per persa. Invece abbiamo lavorato sul programma mettendo al tavolo una coalizione ampia che va da Carlo Calenda a Elly Schlein. Proposi anche al Movimento 5 Stelle di stare a quel tavolo. Mi risposero di no e gli promisi che sarei andato a prendermi i loro voti uno a uno e così ho fatto. Sono passati dal 28 al 3,5%».

No ai 5 stelle

Bonaccini esclude la possibilità di una coalizione che li includa, e quando il giornalista Greco gli riferisce che da quello stesso palco Pier Luigi Bersani, la sera prima, ha ammonito sui danni che hanno fatto i continui attacchi a Giuseppe Conte, Bonaccini si scalda: «Ho ben presente però il danno che ha fatto Conte al Paese. Aprendo questa crisi ha rivitalizzato Salvini, che fino a qualche giorno fa era sdraiato in un angolo». Bonaccini è netto: «Mai più con questo Movimento 5 Stelle».

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