Birra di Romagna e autoproduzione di CO2: il Mazapegul di Civitella è pronto

Puntare all’autosufficienza, laddove possibile, per non rimanere vittima, dove si può, della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dell’aumento esponenziale dei prezzi. È questa la ricetta che Mazapegul, birrificio di Civitella di Romagna, ha pensato di seguire forte dell’esperienza vissuta quest’anno. Se, infatti, i costi energetici sono stati finora “calmierati” dall’impianto fotovoltaico, ora i tre soci guardano all’auto produzione di CO2 alimentare, elemento di centrale importanza per la realizzazione della birra che quest’anno ha latitato sul mercato. Ingrediente indispensabile per gassare i prodotti, negli ultimi mesi difficile da reperire perché la maggior parte di quella offerta dal mercato viene ottenuta come prodotto di scarto di altre lavorazioni che in questo particolare momento storico, con l’aumento dei costi dell’energia, sono ferme. «È difficile da reperire ed il suo costo è aumentato tantissimo - afferma Gianluigi Bandini, titolare di Mazapegul assieme ad altri due soci - ma a noi serve per tutto il processo produttivo. Dal momento che è una variabile importante, stiamo cercando di dotarci di un impianto per essere autonomi. Probabilmente nei primi mesi del 2023 saremo autosufficienti su questo versante». Quest’anno, l’ostacolo più duro da superare è legato al ritardo, quando non la cancellazione, di materiali cruciali per la produzione. «È stato molto difficoltoso il reperimento dei fusti di plastica e alluminio per lo stoccaggio della birra – spiega – per i quali ci hanno anche cancellato degli ordini. Non sono recipienti usa e getta e nemmeno quelli tradizionali di metallo utilizzati nella produzione industriale». L’impennata delle bollette, al momento, è stata contrastata dai pannelli solari. «L’impianto fotovoltaico ci ha consentito senz’altro di avere dei costi inferiori rispetto ad altri – afferma –. La sera, il nostro ristorante non riesce ad usufruire dell’energia del sole poiché non abbiamo accumulatori ma per la produzione il discorso è diverso». Certo, anche questo comparto produttivo ha dovuto fare i conti con gli aumenti generalizzati delle materie prime. «È aumentato tutto: dai malti ai luppoli, dal vetro alla carta agli imballaggi». Nonostante ciò, il 2022 non è stato un anno da bollino nero. «Finora è andato abbastanza bene rispetto a quello che avevamo preventivato. C’è stato un pochino di calo negli ultimi mesi ma nel complesso non possiamo lamentarci».

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