Bio-on domani all'asta, si parte da 94 milioni

Imola

CASTEL SAN PIETRO. L’appuntamento è per domani: la Bio-on di Castel San Pietro va all’asta. Due società collegate, stabilimento, bioreattori (papabili anche per essere riconvertiti a produzione di vaccini come è emerso nei mesi scorsi), brevetti, marchi, partecipazioni azionarie, attrezzature e know how, tutto all’asta in un unico lotto: base di partenza 94 milioni di euro. Prima di finire nell’indagine della Guardia di Finanza in seguito al report del fondo Quintessential che definiva la stessa azienda un castello di carte, la stessa ditta castellana sembrava essere invece l’avanguardia della nuova industria green nazionale. Le sue potenzialità, aldilà dello scandalo finanziario che ha visto decapitare il vertice aziendale, persistono. E di recente proprio la tecnologia avanzata che in questo stabilimento della zona industriale castellana trova spazio, ha fatto gola anche per la possibilità di essere riconvertita in “fabbrica dei vaccini” nazionale. Ipotesi di cui la Regione stessa si è fatta promotrice presso il Governo.

Diversi interessamenti

Le bocche dei curatori fallimentari Antonio Gaiani e Luca Mandrioli resteranno cucite fino all’apertura delle buste, quello che trapela è che nonostante la considerevole mole di investimento richiesto, l’asta, con un avanzato grado di certezza, non andrà deserta. Sarebbero stati infatti diversi, ed emersi fin da subito, gli interessamenti da parte di gruppi e aziende propense ad acquisire soprattutto quella tecnologia avanzata.

Lavoratori

Tecnologia che in questo anno e mezzo abbondante di travaglio, una quota di lavoratori ha continuato a mantenere in funzione. Nei primi mesi anche per produrre ed evadere le ultime commesse, ma successivamente, solo per mantenere attivi e funzionanti i bioreattori e il sistema. Di un centinaio di dipendenti delle due società di cui si componeva la originaria Bio-on, oggi sono poco più di una ventina quelli ancora legati all’azienda in liquidazione. «Si tratta di 13 lavoratori della srl che era dedita alla produzione industriale e sono anche coloro che, a rotazione, mantengono in vita gli impianti –spiega Tiziana Roncassaglia della Filctem Cgil di Imola che segue i lavoratori –, e di un’altra decina di lavoratori della spa, la parte aziendale dedita ai brevetti. Per tutti è in vigore la cassa integrazione straordinaria per Covid che però scade il 30 giugno prossimo. La speranza, per i lavoratori, e per tutto il territorio, che questa asta porti a continuare l’azienda, è tanta». La americana-cinese Silk-FAW sceglie Reggio Emilia come sede del futuro centro produttivo e di innovazione, investimento da un miliardo di euro e mille posti di lavoro per realizzare nella Motor Valley auto elettriche di alta gamma. Lo ha annunciato ieri il presidente della regione Stefano Bonaccini definendolo «progetto industriale di portata mondiale. Emilia-Romagna protagonista nella ripartenza del Paese». La joint venture fra gli americani di Silk EV e i cinesi di FAW, fra i più grandi produttori di automobili, hanno scelto la frazione di Gavassa, definita «location ideale per le nostre esigenze logistiche e produttive, attireremo talenti e risorse». Fino alla scorsa settimana anche a Imola si era parlato di questa ipotesi, con il Movimento 5 Stelle che da tempo sollecitava l’amministrazione comunale e il Circondario affinché premessero per avere proprio a Imola, di recente al centro della Motor Valley in molte occasioni, questo epocale investimento. Il consigliere Ezio Roi aveva anche proposto una mozione in merito, bocciata dalla maggioranza. Per questo il M5S aveva annunciato di voler chiedere una commissione lavoro «al fine di capire le intenzioni e i progetti che questa amministrazione vuole portare avanti, visto che fino ad oggi abbiamo assistito solamente a proclami o peggio ancora a prese di distanza dai precedenti Governi, vedi proroga chiusure dei teatri. Nella richiesta di convocazione della commissione chiederemo al presidente di invitare almeno un membro del Tavolo delle imprese». Intanto il futuristico centro produttivo e di innovazione, 320.000 metri quadrati che ospiteranno infatti lo stabilimento e il Design, research, development & innovation Center di Silk-FAW sarà in Emilia.

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