Ravenna, bimbo annegato a Mirabeach: genitori, bagnino e parco a processo

Si è aperto ieri il processo per la morte del piccolo Edoardo Bassani, il bimbo di 4 anni di Castrocaro Terme, che il 19 giugno del 2019 annegò nella piscina di Mirabeach. Sono sei gli imputati, accusati di omicidio colposo. Tra loro c’è il bagnino cesenate all’epoca neo maggiorenne che quel pomeriggio si trovava di guardia nello specchio d’acqua in cui il bambino perse la vita. Con lui, anche il coordinatore del servizio di salvataggio, il responsabile della sicurezza nel settore in cui avvenne il dramma e uno dei dirigenti del parco dei divertimenti. Si aggiungono infine anche entrambi i genitori del piccolo, nella duplice veste di imputati e parte civile; il loro difensore, l’avvocato Giovanni Zauli, si è costituito anche per i nonni di Edoardo, chiedendo che il parco della Standiana sia citato come responsabile civile. Dovrà esprimersi il giudice monocratico Natalia Finzi, che si è riservata sull’eccezione sollevata dai legali dei coimputati, i quali hanno chiesto la nullità del processo puntando il dito contro passaggi tecnici legati proprio alla costituzione delle parti civili. Il processo entrerà così nel vivo nell’udienza fissata per l’estate, poche settimane dopo l’anniversario della morte di Edoardo.

I filmati della tragedia

Sono immagini drammatiche quelle contenute negli 8 minuti nei quali il bambino è stato filmato nell’area denominata “Laguna del sol”: lo si era visto procedere dalla parte degli scivoli, con l’acqua a 30 centimetri, verso l’area più profonda della piscina (110 cm), forse attirato dalla baby dance. Era alto Edoardo per la sua età, 108 centimetri. Nonostante ciò non era riuscito a tornare indietro una volta iniziato ad annaspare. Per 3 lunghissimi minuti il suo corpo era rimasto galleggiante a pancia in giù. Un tempo che si era sommato a quei 4/5 minuti in cui un intervento tempestivo lo avrebbe potuto salvare. Nemmeno le grida di un altro bimbo, accortosi dell’accaduto, erano riuscite ad attirare l’attenzione del bagnino di salvataggio, un 18enne cesenate, col brevetto appena conseguito. Il tuffo di una sua collega più esperta e i successivi tentativi di rianimazione erano stati vani.

Le accuse contro i genitori

Poco prima la madre gli aveva detto di non muoversi. Edoardo doveva aspettarla nell’area degli scivoli, ritenuta sicura. Giusto il tempo di andare all’ombrellone a ridosso della palizzata che separa la spiaggia, dove si trovava anche il padre, convalescente in seguito a un incidente stradale. Era bastato un attimo per perderlo di vista. Nei filmati c’è anche questo: la sua disperata ricerca tra scivoli e giochi d’acqua, pensando che il figlio fosse ancora lì. Per tre volte aveva fatto poi il giro della piscina, fino a realizzare che quel corpicino portato a bordo vasca era del suo Edoardo. Sulle cause della morte era stata l’autopsia affidata ai medici legali Franco Tagliaro e Federica Bortolotti a certificare quanto già avevano mostrato i video acquisiti dai carabinieri e dalla Medicina del Lavoro nel corso delle indagini coordinate dall’attuale procuratore capo Daniele Barberini. Nessun dubbio, secondo gli esperti: Edoardo sarebbe morto per «asfissia meccanica da annegamento».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui