Bilancio Con.Ami, l'utile cresce ma non i dividendi per i Comuni

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Il Con.Ami chiude i conti del 2020, di fatto un anno di transizione da un’Amministrazione all’altra e anche il primo anno dell’imprevedibile pandemia che ha scardinato punti fermi e consuetudini a tutti i livelli. «Un anno in cui apparentemente non ci sono state grandi variazioni nelle cifre – spiega il direttore Stefano Mosconi –, anche se di fatto i cambiamenti sono stati sostanziali. Intanto il cambio di Amministrazione nel Comune capofila, Imola, dopo due anni di sostanziale stallo. Poi non solo l’incognita della pandemia, ma anche attività decisamente impegnative, ricordiamo che nel 2020 l’autodromo ha ospitato un Mondiale di ciclismo e un Gran premio di Formula uno». Due eventi che come è noto oltre ad essere stati gestiti dalla controllata del Con.Ami Formula Imola, almeno in termini logistici, hanno anche comportato lavori e investimenti corposi “dell’ultimo minuto” o quasi. Il bilancio approvato nei giorni scorsi dal consiglio di amministrazione presieduto da Fabio Bacchilega, passa ora all’approvazione dei 23 Comuni che hanno circa un mese di tempo per affrontare il rendiconto ed esprimersi, come soci e proprietari dello steso consorzio.

Le cifre

L’utile di esercizio registrato ammonta a 9,640 milioni di euro (circa 100mila euro in più rispetto al 2019), con un valore della produzione che si assesta su 9 milioni a fronte di costi della stessa produzione pari a 10,8 milioni di euro.

Sul fronte patrimoniale il capitale e le riserve passano da 297 milioni di un anno fa a 306 milioni e di un valore della produzione che continua ad attestarsi attorno ai 9 milioni di euro. Le attività si attestano su 464mila euro e le passività su 148mila.

Dividendi

La sostanziale novità rispetto all’anno precedente è che dell’ammontare dell’utile, quest’anno viene proposto ai soci una diversa distribuzione rispetto all’anno precedente. «Nel 2019 l’intera quota venne divisa fra i Comuni, quest’anno si propone di destinare, oltre al 5% imposto per legge, anche ulteriori 1,658 milioni i euro al fondo di riserva – spiega il direttore del consorzio Stefano Mosconi –. Fermo restando che i Comuni sono soci e possono liberamente decidere se accogliere o meno questa proposta del Cda».

Il 5% dell’utile, pari a 482mila euro circa, viene destinato quindi in base alla normativa al fondo di riserva, ma secondo quanto proposto dai vertici de Consorzio, quest’anno fra i Comuni verrebbe suddivisa, in base alle rispettive quote di partecipazione, una quota inferiore pari a 7,5 milioni di euro, dal momento che 1,6 milioni sarebbero appunto destinati al fondo di riserva. Nel 2019 la cifra che era andata a rimpolpare i bilanci delle amministrazioni comunali era stata più alta, pari a circa 8,3 milioni.

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