Berlusconi un ciclone sul governo

Diciamo la verità: se Silvio Berlusconi non esistesse bisognerebbe inventarlo. Per la categoria dei giornalisti è una manna dal cielo, una fonte inesauribile di titoli. Il personaggio è noto, imprenditore scaltro con un debole per il cabaret e per le donne, sceso in politica per salvare l’Italia dai comunisti. Carriera sfolgorante con qualche inciampo: più volte è stato disarcionato quand’era al potere e la giustizia gli ha procurato vari grattacapi.

Complice l’età che avanza, il cavaliere dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni parla a ruota libera, piccona , avverte gli alleati. Il biglietto mostrato al Senato con i giudizi sprezzanti su Meloni (visto anche dagli astronauti in orbita nello spazio…) ha richiesto un chiarimento tra i due leader finito a tarallucci e vino, anzi a vodka e lambrusco. Altra battuta e nuovo imbarazzo, perché il cavaliere non si tiene e ha sentito il bisogno di far sapere al mondo che ha riallacciato i rapporti con Putin: dalla Russia sono arrivati un biglietto di auguri dolcissimo e una cassa di liquore. Dall’Italia, per ricambiare, è partita una confezione di rosso frizzante. Non contento ieri ha attaccato Zelensky: «La guerra è colpa sua».

Il nostro insiste diffondendo la lista dei ministri di Forza Italia in barba al rispetto per le procedure e per il capo dello Stato che non ha ancora conferito l’incarico al futuro presidente del Consiglio. A proposito, dopo aver incassato il niet su Ronzulli, il cavaliere punta i piedi su Casellati alla Giustizia, Bernini o Saccani all’Università. Scelte suggerite anche dalla fidanzata, onorevole Fascina, tra un gelato e una crespella.
L’ultima parola però spetta al maggiordomo e al fido Dudù.

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