Benvenuti: "Partiamo bene già pronti per la Formula 1"

La “nomination” era arrivata il 9 febbraio scorso, ieri c’è stata la conferma: Pietro Benvenuti è il nuovo direttore dell’autodromo di Imola. Da oggi sarà al lavoro per il Gp di Formula 1 di aprile. «Il fatto di averla ospitata solo a novembre scorso ci permette di essere già abbastanza caldi» dice dopo la prima giornata in pista sul Santerno.

Lei torna dopo cinque anni. Come ha trovato l’autodromo?

«Oggi c’è un paddock enorme, ancora più bello, da sfruttare, ho trovato una pista in stato perfetto. Quando c’ero io non c’era il ristorante, non c’erano negozi, il centro medico. Allora erano cose in essere che si sono concretizzate e questo mi fa ben sperare, è segno che c’è la volontà di voler fare. Ci sono tutte le prospettive per un buon lavoro, del resto essersi fatti trovare pronti per ospitare una Formula 1 in due mesi l’anno scorso, vuol dire che c’è del buono».

Sono cambiate anche tutte le persone.

«Pur essendo cambiata la governance, ho trovato il clima sereno che ricordavo. Minardi lo conosco da tempo è una persona schietta e concreta e questo mi fa sentire bene. Mi piace la compagine, sono fiducioso e affronteremo tutti i problemi con la giusta serenità. Alcuni aspetti sono da affrontare, come si dice qua, con calma e gesso».

Ad esempio?

«Negli autodromi in generale sono cambiate molte cose, il motorsport è in una fase di riorganizzazione. Ci sono gare belle, ma calano gli iscritti e di giovani ce ne sono pochi. Aci e Fia stanno facendo uno sforzo notevole a livello nazionale e internazionale».

Aveva detto di voler capire bene quale fosse il margine di operatività che le era concesso prima di accettare. Quale era la sua esigenza?

«Quando sei nel pubblico è essenziale avere chiari gli obbiettivi e i ruoli, qui oggi ho trovato la volontà e l’organizzazione che permetteranno al direttore generale di fare il direttore generale. Ci sarà sintonia fra presidente e direttore, ci divideremo le partite. Una situazione normale che però non è sempre scontata. Invecchiando cerchi di fare quello che ti piace veramente come vuoi, sono convinto di aver trovato la situazione che pensavo e che soprattutto volevo. Dopo l’esperienza di Monza torno con un bagaglio più carico di esperienza e auguro a me stesso di poter dare di più di quello che ho dato nei miei primi quattro anni a Imola».

Polifunzionalità è una parola che si usava anche allora. È arrivato il momento di concretizzarla?

«Noi siamo un’azienda, dobbiamo lavorare 360 giorni all’anno, è chiaro che non potremo farlo solo con i motori in pista ma sfruttare tutte le aree che abbiamo. Imola è già avanti, l’ha dimostrato col Mondiale di ciclismo. Si tratta solo di implementare con quello che oggi non si fa. In un autodromo si può fare tutto, dalla fiera dei fiori alla fiera degli ultraleggeri, quello che ho in mente lo dirò fra un po’, comunque resterò sullo sport».

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