Molesta 13enne su una panchina a Bellaria, volontario delle scuole arrestato per violenza sessuale

«Era sotto choc - racconta l’assistente capo Cristiana Camiglieri - direi in stato confusionale. Completamente bloccata e tremante: non riusciva né a muoversi, né a parlare». In manette con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una minore è finito un cittadino albanese di 66 anni, residente a Brescia. L’uomo, che si chiama Ali Miha e ha fatto volontariato come “Nonno vigile” davanti alle scuole, è sbarcato in riviera per lavorare come aiuto cuoco in una pizzeria della zona. Difeso dall’avvocato Tiziana Casali comparirà oggi davanti al giudice per fornire la propria versione dell’accaduto (pm Luca Bertuzzi).
I fatti risalgono a martedì scorso, 31 luglio.
La ragazzina, non ancora tredicenne, è da sola sulla panchina. È la “mezza” e lei aspetta sotto il sole che i genitori la raggiungano (diversi dettagli vengono volontariamente omessi per non rendere riconoscibile, neppure indirettamente, la parte offesa). Improvvisamente l’uomo le si siede accanto. Dopo un primo approccio amichevole, stando al racconto della minore (ascoltata in audizione protetta alla presenza di uno psicologo) l’albanese ha comincia ad allungare le mani. Palpeggiamenti al seno e nelle parti intime ai quali segue la richiesta di seguirlo per appartarsi. «Non riuscivo a reagire - ha raccontato lei agli agenti della sezione minori della Squadra mobile - lo sguardo di quell’uomo mi faceva paura». Dall’altro lato nota la scena il gestore di un bar dell’Hotel Aris, Giuseppe Castagna. È in pausa pranzo, seduto a un tavolo all’aperto. Lui prende e corre ad avvertire i poliziotti che alloggiano in albergo, “aggregati” in servizio al posto fisso di Bellaria.
L’assistente Camiglieri è la prima a raccogliere l’appello, assieme al collega (sovrintendente capo Giovanni Fiumara). la scena è quella descritta dal barista: non c’è tempo da perdere. Il cittadino albanese, formalmente incensurato, è stato denunciato una volta a Brescia nel 2009 per “atti osceni”.