Il Bellaria film festival rende omaggio a Luis Bacalov

BELLARIA IGEA MARINA. La musica da film del Premio Oscar Luis Bacalov in apertura, il Premio alla carriera a Lina Wertmüller in chiusura, domenica 30 dicembre. In mezzo: il cinema documentario di giovani (e non solo) registi italiani, in gara nelle sezioni di concorso “Bei doc” e “Bei young doc”. L’edizione per la prima volta invernale del “Bellaria film festival”, con la nuova direzione di Marcello Corvino, prenderà il via questa mattina con l’inaugurazione (ore 10, biblioteca Panzini), affidata al presidente della giuria Moni Ovadia.

Festival ibrido

Un festival che “ibrida” la specializzazione rivolta al cinema documentario assunta dal 2005 in avanti, con una serie di eventi che danno il segno della nuova direzione artistica. A partire dall’omaggio al musicista e compositore italo-argentino Luis Bacalov (1933-2017), che culminerà nella serata di oggi (ore 21.30 al Cinema Astra) con lo spettacolo-concerto “Una vita da film: Luis Bacalov” e la consegna del premio “Una vita da film” che sarà ritirato a nome della famiglia di Bacalov dal regista Carlos Branca, grande amico del compositore scomparso il 15 novembre del 2017, con cui ha lavorato nell’ultimo decennio della sua lunga carriera.

«Insieme abbiamo realizzato numerose opere liriche e teatrali, tra cui la più celebre è stata Estaba la Madre» ricorda il regista, che con Bacalov condivide anche l’origine latino-americana.

Una vita da film

Lo spettacolo-concerto “Una vita da film: Luis Bacalov” è un’opera alla quale Carlos Branca ha iniziato a lavorare insieme al compositore italo-argentino un paio di anni prima della sua morte. «Eravamo in vacanza a Valencia – ricorda –. Gli lanciai l’idea di realizzare uno spettacolo che raccontasse la sua vita artistica».

Lo spettacolo arriva a Bellaria dopo l’anteprima a Crevalcore a un anno dalla scomparsa di Bacalov. In scena parole, video, musica, con quest’ultima affidata agli Anema che eseguiranno dal vivo, assieme al fondatore dei New Trolls Vittorio De Scalzi, alcune delle musiche da film composte da Bacalov che hanno segnato la storia del cinema e in particolare della musica nel cinema: dalla colonna sonora per “Il postino” (per la quale Bacalov vinse l’Oscar) ai brani dei film di Quentin Tarantino (“Django Unchained”, “Kill Bill” 1 e 2) che il regista statunitense prese soprattutto dagli spaghetti western e polizieschi italiani, come “Il grande duello” di Giancarlo Santi (1972) per “Kill Bill 1”, Ricatto alla mala per “Kill Bill 2” mentre la colonna sonora del film “Django” di Sergio Corbucci, scritta interamente da Bacalov, è stata ripresa in “Django Unchained”.

Da Pasolini a Fellini

E naturalmente, andando a ritroso, non potrà non essere ricordato l’apporto di Bacalov a un capolavoro come “Il vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini di cui firmò le musiche originali di una colonna sonora più spesso ricordata per l’effetto potente della “Passione secondo San Matteo” di Bach. Quindi la collaborazione con Federico Fellini per “La città delle donne”, altra pietra miliare. Luis Bacalov raccolse in questo caso una “pesante” eredità: fu lui il compositore prescelto a sostituire Nino Rota, la cui scomparsa improvvisa, nel 1979, interruppe uno straordinario sodalizio iniziato con il primo film di Fellini (“Lo sceicco bianco”, 1951). Era stato lo stesso Rota, indirettamente, a suggerire il nome di Bacalov, di cui aveva espresso grande stima.

«Agli inizi non fu facile per Luis – ricorda l’amico Carlos Branca –. Lui portava a Fellini le proprie idee, proposte, ma non andavano mai bene. Non sapeva più che fare finché si convinse di dovere immedesimarsi in Rota, ne studiò a fondo tutte le musiche che aveva scritto per Fellini». Arrivò ad adottare un curioso stratagemma: «Al mattino immaginava Nino Rota su una nuvoletta accanto a lui». Così ispirato, riuscì a portare a Fellini quanto da lui richiesto.

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